rammo
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. m. Ramo: Parte dell'albero che deriva dal pedale e si dilata a guisa di braccio, e propr. Braccio dell'albero che vien dal pcdale.
- Ramo, per Una delle parti in cni si divide P'alveo d'un fiume, purchè non perda il suo nome; locchè accadendo in forza della moltiplicità delle diramazioni, diconsi Rivi o Rivoli.
- — per Schiatta, Discendenza.
- — secco; Frusco, Fruscolo: Quei fuscelli secchi che sono su per gli alberi.
- s m. Rame, e presso gli antichi anche Ramo: Metallo duttilssimo, d'un color giallo-rosso, ed il più sonoro di tutti i metalli; ci viene dalla Svezia, dalla Rossia e dall'tnghilterra. Si spedisce d'ordinario in bande, in filo, in lastre, in pani, in ruotoli e in verghe. La scoria che il rame lascia nel fondersi, dicesi Difrige. La scaglia che ne scappa via allorchè il calderajò lo rinfocola per lavorarlo, si denomina Ramina. Rame, talvolta usasi per Moneta, onde: Saveì de rammo; Sapere o Puzzare di rame, dicesi per ischerzo di Cosa che costao costa assai. Rmi (al plur. ) ps'intende Il complesso dei vasi ed altri utensili di cucina fatti di tal metallo, alla stessa maniera che si dice Argenti, Stagni. Incisione, intaglio, dicesi delle Figure intagliate sopra lastre di rame.
- Incisô da ramm; Calcografo: Itagiiatore in * rame.
- Seûâ i ammi; Arrenare o Pnlire i rami.
Voxe vexiñe: ramma; rammâ d'ægua; rammæa; rammetta; ramminn-a; rammo; rammetto; rammoïa; rampa; rampeghin; rampeghin (ganêufano).