pægua
Fonte: Diçionäio zeneise-italian «Giuseppe Olivieri» (1851)
- Ombrello, ombrella, parasole; arnese da potersi ailargare in forma di una cupoletta, per lo più di seta, rafforzata con istecche e portatile in mano con una mazza fermata nel centro, a uso di pararsi la pioggia, la neve o farsi ombra dal sole. Le parti dell'ombrello sono l'asta, o canna, il puntale, la ghiera o viera (veia), la campanella della ghiera, il nodo dell'asta, sorta di rotella infilata nell'asta sotto la ghiera, e intagliata intorno a modo di denti, fra i quali entrano e si muovono i capi delle stecche, tenutivi da pernietti o copiglie, ovvero da un filo metallico che gira jintorno le stecche; il cannello, tubo metallico che si fa scorrere lungo l'asta, per ispingere o per tirare le controstecche, e cosi aprire o chiudere l'ombrello. Il nodo del cannello, specie di rotella metallica in che termina il cannello superiormente, fra i denti della quale sono imperniate le controstecche: le controstecche sono bacchettine metalliche, imperniate all'un de' capi intorno al nodo del cannello, e dall'altro capo, che è fatto a forcella, imperniate con le stecche verso la metà della loro lunghezza; la spoglia, tutta la stoffa, o d'altro, che fa come la veste dell'ombrello: gli spicchj, pezzi triangolari ond'è formata la spoglia, e sogliono essere in numero di nove: il cappelletto, pezzo rotondo della stessa stoffa della spoglia, il quale sotto la ghiera, ma più grande di essa, cuopre la riunione centrale di tutti gli spicchj, e concorre colla ghiera, ad impedire il passaggio della luce, e dell'acqua: e la campanella legata ad un cordoncino che serve a tener chiuso l'ombrello.
Voci vicine: padelette; padigiùn; padigliun; padrunetto; padü; pægua; pæguà; paentælla; pæta; pætinha; paezâ.