carbōn
Fonte: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. m. Carbone: Legno d'albero di bosco, arso e spento prima che incenerisca, e che serve per riaccendersi ad uso di cucina, fabbriche, ecc.; riacceso, fa gran calore, e non dà fiamma nè fumo.
- Carbonaja: Carcere oscuro ed angusto: L'han misso a-o carbōn; L'hanno messo alla carbonaja.
- — de pria; Carbon fossile o Carbone di terra: Materia infiammabile che si trova nelle viscere della terra, e che è composta di terra, di pietra, di bitume e di zolfo. Si estrae dalle cave, produce un calore vivissimo e che lungamente conserva; ed è molto usato per le fucine e per le macchine a vapore.
- — dôçe; Carbon dolce: Carbone di legna dolce, cioè tenera e leggera, come di pioppo, d'ontano, di salcio.
- — forte; Carbone forte: Carbone fatto di legna dura e pesante, per es. di rovere, di cerro, di leccio o d'altra quercia.
- A mezûa de carbōn V. questo modo alla sua sede alfabetica.
- Cagâ in tō carbōn V. Cagâ.
- Cantinn-a dō carbōn; Carbonaja: Stanza ove si conserva il carbone ad uso di cucina.
- Canto dō carbōn; Buca del carbone V. Canto.
- Mōcco de carbōn; Fumajolo, e più comunem. Fumacchio: Legnuzzo o Carbone malcotto, che, per non essere interamente affocato, manda fumo.
- O l'é comme ō carbōn de nissêua, s'ō nō brûxa ō tenze; È come il carbone che scotta o tinge, dicesi proverb. di Chi per ogni lato fa male altrui.
Voci vicine: carattere; caratterista; caratterizzâ; caratto; caravana; carbōn; carbōncio; carbōnê; carbōnëa; carbōniggia; carbōnizzâ.