cōrte
Fonte: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. f. Corte: Palazzo de' principi e La famiglia stessa del principe.
- Corte, per Luogo dove si tiene ragione, e per Gli ministri ed esecutori di essa.
- — per Quello spazio scoperto in mezzo delle case onde si piglia il lume.
- — d'appello; Corte d'appello: Tribunale superiore, cui è demandata la facoltà di confermare, riformare e, a seconda de' casi, anche cassare la decisione del giudice o tribunale inferiore.
- — de cassaziōn; Corte di Cassazione: Quel supremo tribunale, a cui è demandata la facoltà di annullare una sentenza definitiva pronunciata da un Tribunale d'un ordine qualunque, per infrazione della legge.
- Andâ ä cōrte; Andar a corte, si dice di Chi o per nobiltà o per grado sia ammesso nelle Corti a trattamenti privati o solenni che dànno i principi regnanti.
- Fâ a cōrte; Far la corte; se parlasi di donna, vale Starle attorno servendola, e mostrarsele devoto per ottenere il suo affetto, Corteggiarla, Vagheggiarla, Fare il galante con essa; se parlasi d'uomo, si dice per Mostrarglisi assiduo servitore, Adularlo, ecc. per ottener favore.
Voci vicine: cōrsa; corsâ; corscivo; cōrso; còrso; cōrte; corteize; cortexia; cortezzâ; cortezzo; cortile.