veia
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giuseppe Olivieri» (1851)
- Ghiera, cerchietto di ferro o di altra materia, che si mette intorno all'estremità o bocca d'alcuni strumenti, acciocchè non s'aprano o fendano.
- Vela, nome generico esprimente qualunque unione di pezzi di tela che si usa nelle navi per contenere e resistere al vento e farle camminare. Ogni vela è formata di varii pezzi di tela cuciti insieme, ed è guernita di un cavo, o corda, o guarnimento che si cuce attorno a tutti i lati delle vele per renderle più forti. Diverse sono le specie delle vele distinte dal loro taglio e figura, e dalla maniera e dal luogo ove sono situate. Dividonsi generalmente in due classi dette vele quadre e vele latine. Diconsi vele quadre quelle che hanno quattro lati, e vele latine o triangoli quelle che ne hanno tre. I lati delle prime diconsi rilinghe o colonne, testa, testata o invergatura, fondo o piede, detto anche rattino. Le vele quadre si distinguono dal nome dell'albero o pennone a cui appartengono. Onde dicesi vela di maestra, di trinchetto, di mezzana, di gabbia, di parrocchetto, dicivada, di contramezzana, di pappafico di maestra o velacchio di maestra, di pappafico di trinchetto o velacchio di trinchetto, di contracivada. I nomi delle vele triangolari sono presi dal luogo particolare ove si usano; e siccome non hanno antenna fuorchè la mezzana o randa su cui sieno tese, ma si tendono lungo gli stragli, cosi si chiamano generalmente col name di vele di straglio. Dicesi vela di straglio di maestra o cavalla, di gabbia, di velacchio, commesse agli stragli corrispondenti; e dicesi trinchettina, batticulo, ghisso o randa, polaccone, vela a cappello, flocco. Vela maestra, la vela maggiore della nave. Vela umile, la bassa vela.
- Vigilia; voce del contado.
Voxe vexiñe: vegette; veggia; vegiu; vegnî; vei; veia; vellu; velütin; velüu; vende; vendegnâ.