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Fonte: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. f. Ala, al plur. Ali e Ale, poet. Vanni: Membro che serve agli uccelli e ad alcuni insetti per volare e reggersi in aria.
- Äe di pesci; Alette, Aliette, Pinne.
- Allargâ i äe; Allargar l'ale o Allargar l'ale fuor del nidio, figur. vale Uscir di pupillo, cioè Fare a suo modo; e talvolta Alzar le corna o la cresta o il cimiero, Insuperbire, Montare in alterigia.
- Asbasciâ i äe; Abbassar la cresta o le corna, figur. vale Smettere l'umore e l'orgoglio.
- Aveì o Méttise i äe a-i pê; Avere o Mettersi l'ale a' piedi, dicesi figur. per Correr velocemente, Affrettarsi.
- Punta dell'aa; Sòmmolo: Punta dell'ala.
- No se pêu sghêuâ sens'äe; Non si può volar senz'ale, dicesi figur. del Non potersi far checchessia senz'averne i mezzi necessari a farlo.
- Sbatte i äe; Sbattere o Dibatter l'ali, vale Agitarle, Scuoterle. Da quel movimento deriva il Frullare, cioè il Romoreggiare che fanno i volatili, specialmente le pernici ed altri uccelli di ale curte.
- Taggiâ i äe; Tarpar l'ali: Propriam. Tagliar le penne dell'ali agli uccelli, quando non si vuole che alzino il volo; e figur. Indebolire alcuno, Togliergli le forze.
Voci vicine: Zignægo; Zōaggi; Zuvi; a; ä; a-a; aa; aagianca; a bäbâ (andâ); a bacchæ; a bacchetta; a bæra a bæra.