zûgâ
Source: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- v. a. Giuocare e Giocare: Gareggiare a fine di esercizio, di ricreazione o di guadagno, sull'esito di qualche prova, dove operi fortuna, ingegno o forza.
- Giuocare, per Metter pegno, Scommettere: Zêugo ûn scûo ch'ō nō ven; Giuoco uno scudo ch'ei non viene.
- per Operare, Aver che fare: Dōve zêuga l'amicizia, i dinæ, e protezioin... . Dove giuoca l'amicizia, i danari, le protezioni.
- Detto dell'aria, vale Circolare liberamente.
- Detto di altre cose, vale Muoversi con facilità nel luogo: O cannōn chì ō nō ghe pêu zûgâ; Qua il cannone non può giuocare.
- — a bæra a bæra; Fare a ruffa raffa V. A bæra a bæra.
- — ä balla; Giocare alla palla.
- — ä balla d'ûnn-a persōnn-a; Far alla palla d'uno V. Balla.
- — a bascetta; Giocare a bassetta o a faraone V. Bascetta.
- — a bäsiga; Giocare a bazzica V. Bäsiga.
- — a battilin; Fare a salincerbio o a salta il cervio: Giuoco d'esercizio usato dai nostri fanciulli, il quale su per giù si fa in questo modo: Varii ragazzi fanno tra loro al tocco (a-o bägōn) a chi debba star sotto; quegli a cui ciò spetta deve mettersi colle spalle molto curvate appoggiandosi colle mani sui ginocchi o più giù; gli altri ragazzi, uno dopo l'altro, lo varcano d'un salto colle gambe allargate, e nel saltare devono ciascun di essi dire un verso d'una lunga frottola, che comincia: Battilin e battilann-a – meza stōppa e meza lann-a – meza lann-a e mezo lin – ō cavallo ō n'é ō rōscin, ecc. ecc. Quegli che sbaglia, deve andar sotto. In Tosc. qucsto giuoco si usa fare in altra maniera.
- — a bêuga bûgagna; Fare o Giocare a stacciaburatta V. A bêuga bûgagna.
- — a biscambiggia; Giocare a briscola V. Biscambiggia.
- — a brennetto; Fare o Giuocare a cruscherella: Giuoco de' fanciulli, consistente in ricercari danari nascosi in alcuni monticelli di crusca eletti a sorte.
- — a cäbraghe; Giocare a calabrache V. Cäbraghe.
- — a calabrisella; Giocare a calabresella V. Calabrisella.
- — a cancaignan; Fare o Giuocare a biccicalla: Specie di giuoco puerile, in cui uno posa il suo capo in grembo ad un altro che siede, e che gli chiude gli occhi in guisa che non possa vedere quante sieno le dita, che un altro messosi a cavalcioni su lui alza per aria, invitandolo a indovinare con la seguente frottola: Cancaignan, Cancaignan, quante corne l'ha ō mæ can? la quale corrisponde all'altra frottola de' Fiorentini e Pisani: Biccicalla, Biccicalla, quante corna ha la cavalla? Biccieù, cu, cu, quante corna son lassù?
- — a carambòla; Giocare a carambola V. Carambòla.
- — ä carettella; Giocare alla carrettella: Giuoco di rischio, che si fa collocando in un angolo d'una delle testate del bigliardo un'asse triangolare, nella quale sono incavate più buche, tutte numerate; i giuocatori tirano dalla testata dov'è l'asse una palla d'avorio, la quale, battendo nelle mattonelle, ritorna indietro e va a fermarsi in una di queste buche; vince colui, la cui palla si è fermata in una buca portante un numero maggiore.
- — a carnesâ; Fare o Giocare al zimbello o al bersaglio V. Carnesâ.
- — a chi beive ciù; Gareggiare a chi più imbotta. In questo signif. vale Bere soverchiamente.
- — a chi e dixe ciù grosse; Fare a chi le dice più marchiane: Garcggiare nel dire degli spropositi o delle parolacce.
- — a chi fa meno V. Zûgâ a chi perde guägna.
- — a chi perde guägna; Fare o Giocare a vinciperdi o a rovescino: Giuocare a un giuoco qualunque col patto che riesca vincitore colui che secondo le regole del giuoco avrebbe perduto.
- — a chi sta ciù fissi sensa parpellâ; Fare a visi: Quella specie di giuoco che si fa talora da due, i quali standosi rimpetto si affissano reciprocamente; e quegli rimane perdente che prima, non potendo più oltre durarla, muove le palpebre, o ride o volge altrove lo sguardo.
- — a ciammatreì; Giocare o Fare a chiamare tre V. Ciammatreì.
- — a ciävai V. A ciävai alla sua sede alfab.
- — a crōxe e griffo; Fare o Giocare a palle e santi o a santi e cappelletto V. A crōxe e griffo.
- — ä damma; Giocare a dama V. Damma (giuoco).
- — a-e bocce; Giocare alle bocce V. Boccia.
- — a-e bûsche; Giocare alle buschette o alle bruschette: Giuoco che si fa quando uno, pigliati tanti fuscelletti o fili di paglia non eguali quanti sono i giuocatori, li tiene in modo che non si veda se non una delle due testate, alla qual parte tutti ne cavan fuori uno, e vince chi toglie il fuscello maggiore o minore, secondo che dapprima si è stabilito.
- — a-e carte; Giocare alle carte V. Carte nel 3o signif.
- — a-e ciappe; Giocare alle lastrucce, alle piastrelle, alle murelle V. Ciappa.
- — a-e fossoëte; Far alle buche V. Fossetta.
- — a-e piastrelle V. sopra Zûgâ a-e ciappc.
- — a-e sbigge; Giocare o Fare ai rulli V. Sbiggia.
- — a giffra l'ûn; Fare o Giocare a goffo e macào: Giuocare in un tempo stesso a questi due giuochi V. Macâ.
- — a goffo; Giocare a goffo V. Goffo (sost.).
- — a göghin; Fare o Giocare alla buca V. A göghin.
- — a-i amàndoe V. sotto Zûgâ a-i càllai.
- — a-i arte; Fare o Giocare alle arti: Sorta di ginoco, in cui più fanciulli schierati s'infingono d'attendere ciascheduno ad una data arte, contraffacendone i gesti, ciò che deve farsi colla massima prestezza; e chi erra nel gestire, o, domandato qual'arte esercita, sbaglia il gesto col quale dovrcbbe rispondere, quegli perde e soggiace a una data penitenza. Altri fanno questo giuoco in altro modo, però sempre affini.
- — a-i càllai; Fare o Giocare alle castelline o alle caselle o alle capannelle V. Càllao.
- — a-i dæ; Fare o Giocare a'dadi, Dadeggiare V. Dæ.
- — a-i êuve V. sotto Zûgâ a rōmpî.
- — a imitâ; Giocare al papasso: Gioco del papasso dicesi Quello che si fa quando una brigata elegge uno che faccia quel che vuole, ed è seguito dagli altri; e quel che fa quel primo, gli altri fanno. L'eletto è chiamato Papasso.
- — a-i scacchi; Giocare a scacchi V. Scacco nel 2o significato.
- — a-i tarocchi; Giocare alle minchiate o a germini o a tarocchi V. Tarocco.
- — ä lippa; Giocare alla lippa V. Lippa.
- — all'ambo; Giocare a tòmbola, Fare alla tòmbola V. Ambo.
- — all'anello; Fare o Giocare all'anello V. Anello.
- — all'àngeo S. Miché; Fare coda romana V. Angeo.
- — all'anghilla V. sotto Zûgâ a scōndi l'anghilla.
- — all'oca; Giocare all'oca V. Oca nel 2o signif.
- — all'orbetto; Giocare a gatta cieca o a mosca cieca V. All'orbetto.
- — all'oste; Fare al paga l'oste V. All'oste.
- — all'ûn e all'atro V. sopra Zûgâ a giffra l'ûn.
- — a man cäda; Fare a scaldamane V. Man.
- — ä mûra; Fare alla mora V. Mûra.
- — a-o bagōn; Fare al tocco V. Bagōn nel 2o signif.
- — a-o ballōn; Giocare al pallone, Pallonare V. Ballōn nel 1o significato.
- — a-o battin; Fare o Giocare al A-o battin.
- — a-o becchello; Fare o Giocare a V. Becchello. battimuro V. butta buttino a-o bigliardo; Giocare al biliardo V. Bigliardo.
- — a-o biribisci; Giocare al biribisso V. Biribisci.
- — a-o carrōn; Giocare al carrone V. A-o carrōn.
- — a-o ciûmmin; Giocare al volàno o al volante V. Ciûmmin (sost.) nell'ultimo significato.
- — a-o cordin; Fare o Giocare al cordino in aria V. Cordin nel 2o significato.
- — a-o dominò; Giocare al dominò V. Dominò nel 2o signif.
- — a-o garriccio; Giocare al garriccio V. A-o garriccio.
- — a-o giandolin; Fare al paléo o al fattore o allo stornello V. Giandolin.
- — a-o macâ; Fare al macà o al macào V. Macà.
- — a-o massetto; Fare al mazzolino V. Massetto.
- — a-o mastro; Fare o Giocare a mattoncello V. A-o mastro.
- — a-o pàmpano; Fare o Giocare alla domenica o alla settimana V. A-o pàmpano.
- — a-o passaggin V. Passaggin.
- — a-o pōntōn; Fare alle cozzate V. Pōntōn.
- — a-o righin; Fare o Giocare al fessurino V. A-o righin.
- — a-o scardûsso; Fare o butterarsl la trottola V. Scardûsso.
- — a-o scrollin; Fare o Giocare a palle e santi V. A-o serollin.
- — a-o teitetto; Giocare al pallottolajo: Nel giuoco della palla dicesi Quello in cui il mandatore dee prima far balzar la palla sopra un tettino; che anche dicesi Giocare al tettino.
- — a-o trûcco; Giocare al trucco V. Trûcco nei primi due signif.
- — a-o vintûn; Giocare al ventuno: Specie di giuoco che si fa per lo più colle carte da tresette, e in cui, convenuto il valore che si dà a ciascuna delle carte del mazzo, e procedendo con certe determinate leggi, quegli rimane vincitore che prima di tutti arriva a fare colle proprie carte il punto del ventuno.
- — a-o zielo; Giocare al girlo V. Zielo nel 3o signif.
- — a pâ dèspa; Giocare a pari e caffo V. Dèspa.
- — a picchetto; Giocar a picchetto V. Picchetto nel 1o significato.
- — a pissacù; Fare o Giocare a punta e capo: Giuoco che si fa dai ragazzi cogli spilli, màndorle, noci o sim., tentando d'indovinare da qual parte sia la punta (pissa) e da quale il capo (cû) dello spillo, màndorla, ecc. che uno dei giocatori tien chiuso nella mano.
- — a punzilansa; Fare o Giocare a guancialin d'oro o a guanciale d'oro: Giuoco fanciullesco, nel quale più fanciulli tirano le sorti a chi debba toccare a star sotto; ciò fatto, chi gli toccò pel primo, porrà il capo in grembo a qualcheduno degli astanti onde non vedere, rivoltando ad un tempo la sua mano sulla schiena, la quale verrà leggermente pizzicata da uno de' giuocatori, che egli cercherà d'apporsi chi sia, il quale, indovinato, sottentra a lui; in caso contrario continuerà il giuoco finchè si sia apposto.
- — a rōmpî; Fare o Giocare a scoccetta: Specie di giuoco che si fa in questa guisa: Uno tiene un novo in mano, ma per modo da non lasciarne apparire che una sola estremità fra il pollice e l'indice ristretti insieme, mentre un altro con un altro uovo vi percuote sopra, e vince colui il cui uovo resiste alla percossa, cioè non si ammacca.
- — a sätabûscaggia... Giuoco d'esercizio usato dai nostri fanciulli, che si fa a questo modo: Varii ragazzi, ordinariam. in numero di sei, fanno tra loro al tocco (a-o bagōn) a chi debba la metà di essi star sotto: dei tre, ai quali ciò spetta, il primo si mette colla schiena curvata e la testa appoggiata al muro o altrove; il secondo appoggia la sua testa sulla schiena del primo, e il terzo su quella del secondo; gli altri tre saltano, uno dopo l'altro, a cavalcioni di quelli che stanno sotto, cioè il primo sulle spalle di quello che ha la testa appoggiata al muro, il secondo su quelle del secondo, e il terzo su quelle dell'ultimo, o più su; quegli che nel saltare cade o tocca de' piedi in terra, egli deve andar sotto.
- — a scaregabarî; Fare o Giocare a scaricabarili: Giuoco che dai ragazzi toscani si usa fare come l'ho descritto di sopra in Zûgâ ä campann-a, ma che dai nostri fassi nel modo seguente: Uno di essi si mette carpone, un altro gli si attraversa sulla schiena colla pancia all'aria; ed un terzo si distende boccone sovra di esso, mettendo la testa verso i piedi dell'altro; quindi si pigliano stretti ambedue per le ginocchia, e si rizzano alternativamente in piedi, restandone uno sempre colle gambe per aria.
- — a scōndi l'anghilla; Giuocare a bruciafuoco V. Anghilla.
- — a scōndillô; Fare a capo a niscondere o a capanniscondere, Fare a rimpiattino o a rimpiatterelli, e nel Romano Fare a nasconderello: Sorta di giuoco fanciullesco, in cui uno si mette il capo in grembo a un'altro che gli tien gli occhi chiusi, oppure si appoggia colla faccia verso il muro chiudendosi gli occhi colle mani, e ciò si dice Star sotto, mentre gli altri si vanno a nascondere, e poi lasciato in libertà debbe andare a cercarli.
- — ä secchinetta; Giocare alla toppa V. Secchinetta.
- — a settemezo; Fare o Giocare a sette e mezzo: Giuoco di carte di rischio, in cui le figure contano mezzo punto, e le altre tanti punti quanti sono segnati in esse. Uno tien banco, sfoglia una carta coperta a ciascuno de' giocatori, sulla quale puntano una somma qualunque, purchè non oltrepassi la stabilita da principio, ed una la tiene per sè; i giuocatori se hanno un punto di rilievo, come il sette o il sei, non prendono più carte, altrimenti ne domandano; a punti eguali il banco vince sempre e ritira tutte le somme puntate; chi fa sette e mezzo vince doppia posta della puntata ed acquista il diritto di far banco.
- — a tacca tacca; Fare o Giocare a chi se l'addossa, dicesi Quando fra più giuocatori ad un giuoco qualunque due soli essendo rimasti perdenti, questi giocano fra loro testa a testa a chi deve pagar lo scotto.
- — ä tela; Giocare a filetto o a smerelli V. Tela.
- — a tōccafæro; Fare a birri e ladri, Fare al pome o a toccapoma: Giuoco fanciullesco, dove alcuni ragazzi si pongono appoggiati a cantonate o ad alberi, ed uno di essi resta nel mezzo. Quegli che sono agli alberi o alle cantonate cercano di mutar posto senza lasciarsi pigliare da colui che è nel mezzo a quest'effetto. Quando a questo riesce di chiappare uno degli altri, il preso va nel suo luogo, ecc. Dai nostri ragazzi si fa con qualche diversità, dovendo essi nel mutar posto toccare un pezzo di ferro, come chiodo, inferriata o sim.
- — a tōcca tōcchin; Fare al truccino: Giuoco fanciullesco che si fa tirando un nòcciolo in terra, cui un altro tira pure un nòcciolo e cogliendolo vince; altrim. il primo raccoglie il suo e lo tira a quello che tirò l'avversario, e così si va continuando a vicenda finchè sia cotto e vinto.
- — a treisette; Giocar a tresette V. Treisette.
- — ä ventoela; Giocare al girello o alla venturina V. Ventoela.
- — ä ziàrdoa; Giocare alla tròttola V. Ziàrdoa.
- — da bōn; Fare o Giocar di buono: Far da senno, Giocar danari.
- — da man a man; Giocare a testa a testa, cioè da solo a solo.
- — in partïa; Giocare in partita, cioè in quattro giuocatori, due per parte.
- — in sciä parolla; Giocar sulla parola, Giocar a credenza o in sulla fede; che anche si dice Giocare a tu me li dài.
- — in sciö vellûo; Ballar sul velluto V. Vellûo.
- — ō sò resto; Glocare del resto: Arrischiare il tutto, il meglio che si ha.
- A che zêugo zûghemmo? V. Zêugo.
- Chi zêuga pe-o bezêugno, perde pe-a necessitæ; Chi giuoca per bisogno, perde per necessità. Prov. assai chiaro.
- Lasciâ de zûgâ o Levâse da zûgâ; Partirsi di giuoco o da giuoco, Levarsi di giuoco.
- O se zûghieiva in galëa; E' si giuocherebbe in su' pettini da lino, dicesi di Un giuocatore attaccatissimo al giuoco, che nol lascierebbe per cosa del mondo.
- Zûgâse ûnn-a carta; Giocarsi una carta, figurat. vale Tentare un colpo.
- — ûn amigo, l'impiego, ō pan, ecc.; Giocarsi la grazia d'alcuno, Giocarsi il pane, l'impiego e sim., vale Perderlo per poco senno o per tristizic.
- Zûgâsela cō rōscin V. Rōscin.
Neighbouring lemmas: zûadïe!; zûamento; zûarisoræo; zubbetto; zubbo; zûgâ; zûgata; zûghetto; zûgōn; zûgôu; zulli!.