scaa
Source: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. f. Scala: Tutto ciò che è fatto acconcio al salire ed allo scendere per distinti gradi affine di posarvi alternamente l'un piede dopo l'altro. – Scalone è Scala molto grande e nobile; Scalona è Scala molto lunga; Scaletta dimin. di Scala.
- Scala, per similit. Ordine di checchessia che vada gradatamente crescendo o scemando.
- — Metaf. per Tutto ciò che da una cosa conduce ad un'altra.
- — a cägollo V. sotto Scaa fæta a lûmassa.
- — a pëto; Scala erta o ripida: Scala che ha poca pianta in proporzione dell'altezza.
- — da azzunze; Scala da annestare: Scala a piuoli acconcia ad esser fermata in capo ad un'altra sim.
- — da lampe; Scaléo: Scala doppia con gli staggi mastiettati in cima per potersi le due scale aprire regolarmente e reggersi su di sè senz'altro appoggio. Talora ad una di queste scale si sostituisce un legno che serve all'altra d'appoggio.
- — da man; Scala a piuoli o portatile: Scala di legno formata di due correnti o staggi, ne' quali di distanza in distanza son conficcati bastoni, o incastrati e inchiodati regoli che forman gli scalini, e in ambi i casi si dicono Piuoli.
- — da parmi; Scala da palmi. T. scult. Lista di legno divisa in palmi, e questi in once, di cui si servono gli Scultori per mettere in grande i loro piccoli modelli, misurandone la distanza delle parti.
- — de legno; Scala da mugnajo: Quella che ha larghi fianchi, nei quali sono incalettate le assi che forman gli scalini larghi e piani. Una scala consimile serve per le Biblioteche, e suol dirsi semiplicemente Scala.
- — dōggia; Scala doppia: Scala che, conducendo ad un medesimo piano, si divide in due braccia conformi di grandezza e d'architettura.
- — drita; Scala diritta o distesa: Scala che non è divisa in branche nella stessa direzione; e talora per Scala erta o ripida V. sopra Scaa a pëto.
- — fæta a tûmassa; Scala a chiocciola: Scala che rigirando sopra se stessa si volge attorno ad una colonna o sim., che dicesi Anima. Talora questa scala è isolata all'intorno, e gli scalini sono sorretti unicamente dall'anima; talora è a chiocciola e a collo, cioè Scala, i cui scalini sono incastrati nel muro da una parte, e sono in aggetto dall'altra, e perciò non ha l'anima.
- — in cōlissa; Scala da scorrere: Scala, i cui piuoli imperniati negli staggi posson nascondersi nella grossezza di questi, accostando obbliquamente gli staggi.
- — sensa lûxe o sensa barcōin; Scala cieca: Quella che non ha finestre da prender lume.
- Arrûbattâse zû da scaa; Ruzzolar la scala, Ruzzolar giù della scala: Cader rovinosamente da essa, come addiviene a chi gli smuccia il piede, specialm. scendendo una scala stabile.
- Bezêugna andâghe co-e scae de sæa; Bisogna indurvelo colla pazienza e colla dolcezza.
- Derrûâ zù da scaa; Cascar giù della scala.
- Ëse t'ûltimo scaen da scaa; Essere l'ultimo scaglione della scala, dicesi per disprezzo di Persona che poco conti ovv. sia l'ultima di tutti in una famiglia, in un impiego e sim.
- Fâ a sò scaa; Far la sua scala, vale Far il suo corso, la sua carriera, Percorrere un dopo l'altro i gradi d'un impiego o sim.
- In çimma da scaa; In capo alla scala.
- In fōndo da scaa; Appiè della scala.
- O mōndo ō l'é fæto a scaa, chi mōnta e chi caa V. Mōndo.
- Piggiâ a scaa V. sopra Arrubattâse z da scaa.
Neighbouring lemmas: sbrōggiōso; sbrûzzî; sbrûzzo; sbuffâ; scâ; scaa; scabbio; scabeccio (pescio a); scabeccio; scacchëa; scacciâ.