mollo
Source: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- add. Floscio, Flaccido, Mencio, Molle, Dilegine: Aggiunti che si applicano a quei corpi di natura fibrosa o nervosa, che hanno perduta la natural consistenza. Ianno però fra loro le seguenti distizioni: Il ftoscio o faccido è per difetto di tensione; il mencio è quello che non ha più quella elasticità, quella fresca morbidezza che lo fa resistere al tatto, ma, comprimendolo, cede subito e non ripiglia la sua forma al cessare della compressione; così un vestito che sia senza salda si dirà mencio, non mai floscio; il molle usasi per Pieghevole, Flessibile, ecc. come: Cera molle; dilegine vale Di poco nervo, Facile a piegarsi, ma per lo più dicesi di carta, drappi e simili. Molle, Vincido, Mucido: Aggiunto di quelle cose che per umidità perdono in buona parte la durezza o cousistenza naturale.
- Aggiunto di persona, vale Debole, Spossato, Floscio, Lonzo, Snervato; e talora Tardo, Indolente, Che non sa darsi partito, Che sta irresoluto; Tempellone, Bracone, Ser agio.
- Gruppo mollo; Nodo lento, contr. di tirato.
- Pōlenta molla; Polenta tenera, contr. di soda.
- Roba molla; Mollume.
- Vin mollo; Vino leno o lene: Vino debole, Mollaccio.
Neighbouring lemmas: mollamme; mollann-a; mollette; mollexin; mollezzâ; mollo; moltiplicâ; moltiplicatô; moltiplicaziōn; moltiscimo; mōn.