zügâ a scundiluu
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giuseppe Olivieri» (1851)
- Fare a capo a niscondere. Uno si mette col capo in grembo a un altro, che gli tura gli occhi: ed un altro o più si nascondono, e nascosti danno cenno, e colui che aveva gli occhi serrati si rizza e va cercando di coloro che sono nascosti, e trovandone uno, basta per liberarsi da tornare in grembo a colui, dove mette quello che ha trovato: e questo perde il premio proposto, e il trovatore va a nascondarsi; ma se non trova il nascosto in tante gite o in tanto tempo quanto sono convenuti, perde il premio e ritorna a stare con gli occhi chiusi come prima: e seguita così fino a quattro volte, perdendo quattro premj, poi si distribuiscono come si fa al giuoco del mazzolino. E quello stare con gli occhi serrati si dice star sotto. E colui che è stato sotto quattro volte e non ha mai trovato il nascosto, e per conseguenza perduti i quattro premj, occupa il luogo di colui che teneva sotto: e questo s'intruppa con gli altri ragazzi, fra quali si tira la sorte a chi deve star sotto o nascondersi. E così seguitano tanto che si riducono tutti liberi; perchè quello che ha pagati li quattro premj nel modo suddetto, ed ha occupato il luogo di tener gli altri sotto, come ne vien cavato nella maniera accennata, resta fuor del giuoco, del quale solo attende la fine per conseguire anch'egli la sua parte de' premj da distribuirsi.
Voxe vexiñe: zügâ a cancaignan; zügâ a fussette; zügâ a man câda; zügâ a pa e despa; zügâ a punzilanza; zügâ a scundiluu; zügâ a vula vula; zügâ ae büsche; zügâ ae ciappe; zügâ all'orbettu; zügâ au bagun.