uga
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. f. Uva: Frutto della vite, dal cui sugo fermentato si cava il vino. Le sue parti sono: Rappo, Grappolo; Axinella, Acino o Chicco; Pette, Buccia; Beretta, Fiòcine; Granette, Vinacciòli V. queste voci nel Dizion. alla lor sede alfabetica. L'uva stando in sulle generali si distingue in bianca, rossa e nera; in serrata o fitta e spàrgola, cioè con grappoli ed acini rari; in uva per far vino, mangereccia e serbevole. In particolare poi l'uva suol avere il nome della vite che la produce, e questo lo trae da qualche speciale carattere, dal luogo donde prima ci venne o dove è esclusivamente coltivata, ecc. Io non registrerò che le uve principali e le più note, ommettendo quelle che o non vengono coltivate nel nostro Stato o che non ho trovato nella Pomona Italiana del Conte Gallesio.
- — arbajêua V. sotto Uga gianchetta.
- — barbarōssa; Uva barbarossa: La regina delle uve da serbo, ed una delle migliori fra le uve da vino. I suoi grappoli, d'una grossezza media, non sono nè pignati, nè spargoli; gli acini, qualche volta tondi, il più sovente ovati, sono composti d'una buccia sottile, colorita d'un roseo freschissimo, e d'una polpa molle e gentile che ha un dolce leggiero, ma grazioso che alletta il palato senza pungerlo e che la rende gratissima in istato da frutto da mensa. Il vino che ne viene è una bevanda sottile e leggiera che rinfresca e disseta, e nel tempo stesso non lascia d'essere spiritoso.
- — barbéra; Uva barbera o Barbarina: Essa tiene il primo posto fra le uve del basso Monferrato e gareggia col Nebbiolo e col Tedone. Ha i tralci grossi e striati; le foglie glabre al di sopra e tomentose al di sotto; i grappoli allungati e col peduncolo bruno; gli acini ovali, neri e pruinosi. Il vino di questo vitigno è vermiglio, generoso e pieno di spirito, ma denso e di difficile schiarimento; è di molta durata, e se è fatto con cura si perfeziona nell'invecchiare, e prende il secco dei vini d'arrosto.
- — brajêua; Uva brachetto: Uva di lusso che abbonda in alcuni paesi del Monferrato e dell'Astigiano, ed è indigena nel contado di Nizza. I suoi grappoli sono piccioli, irregolari, spargoli e composti di acini di diverse età e di diverso sviluppo. La maggior parte sono tondi, diafani e d'un nero che traluce di rosso come il Nebbiolo; abbonda di parte zuccherina, ed ha un aroma particolare, e perciò si presta assai bene a formare dei vini-liquori.
- — canujêua; Uva canajola, Canajola e Canajuola: Uva a grappoli oblonghi, appuntati, più serrati che spargoli, e cogli acini ueri, tondeggianti, polposi e dolcl. Il suo vino è morbido ed ab' boccato, ma di poca durata. La sua vite coltivasi fra noi, ma principalmente nella Toscana.
- — cornetta; Uva galletta o semplicem. Galletta: Sorta d'uva di due fatte, cioè bianca e nera, la quale ha i granelli lunghetti e curvi come i reni de' galli.
- — dō Mōnferrâ; Dolcetto di Monferrato o Uva d'Acqui: Uva, il cui grappolo è solitario, oblongo, picciolo, nè serrato, nè spargolo; gli acini neri, minuti, tondi, staccaticci, sono portati da un picciuolo sottile, rosso nella prima maturità, poi bruno, e contengono una polpa vermiglia, densa, sugosa, che produce colla concentrazione un vino dolce mieloso, e che fermentando dà un vino nero, sciolto, leggiero e passaite, ma non di serbo. Il suo vitigno si coltiva di preforenza ad ogni altro nelle colline settentrionali dell'Apennino dal Mondovi sino a Novi e principalmente nel territorio della città d'Acqui.
- — gianchetta; Uva albarola o bianchetta: Una delle uve, colla quale è composto il vino famoso delle Cinque Terre e quello specialmente con cui si fa il vino-liquore. Il suo grappolo è oblongo, rilevato, sommamente serrato, e d'una grossezza sommamente distinta; gli acini sono tondi, ma cosi stretti fra loro che restano compressi dai lati e di forma ineguale; la polpa che chiudono è tenera e dolce, e la sostanza resinosa che l'avvolge, trasparendo dal fiocine, le dà nna tinta di bianco che s'avvicina all'albezza del latte. È un'uva esclusiva del Genovesato; matura facilmente e contiene molta parte zuccherina. Il suo vino, fatto puro, resta ua poco debole; bisogna mescolarla col Vermentino, il quale tende al secco, e col Rossese, che abbonda di gas carbonico, e vi dà il pizzico.
- — lûggenga; Uva lugliatica o lugliola: Uva bianca che matura nel mese di luglio.
- — marvaxïa; Malvasia e Malvagia: Uva bianca o nera, d'acino tondo, di buccia dura, dolcissima, ed il cui vino scrbevole viene squisito nelle bottiglie, sì che invecchiando si trasforma, per così dire, in rosolio.
- — mōscatella; Uva moscatella o moscadella, o assolutam. Moscadella e Moscadello, Moscatella o Moscatello: Uva bianca o nera, mangereccia, che matura in agosto, e che è ricercata pel suo aroma muschiato, donde trae il nome, e pel zuccherino della sua polpa. Se si converte in mosto, senza essere concentrata all'aria o al sole, dà un vino odoroso e saporito, ma leggiero e che non dura; se è concentrata produce un vino mieloso, odorosissimo, che si conserva, ma che sviluppa poco spirito e che non diventa mai asciutto. I grappoli di questuva variano in volume ed in forma, ora grossi, ora piccoli, ora serrati, ra spargoli, e per lo più lunghi ed appuntati; gli acini, sempre tondi, chiudono una polpa gentile e per lo più senza semi.
- — nebbiêu; Uva nubiola o semplicem. Nebbiolo, Uva spana V. Nebbiêu.
- — pignêua; Uva pignola bianca o Claretta di Nizza: Una delle uve che entrano nella composizione del Vino di Nizza, conoscinto sotto il nome di Belletto, e che concorre a dargli la fragranza e il secco che lo distingne. Il grappolo è piccolo, lungo, sottile, composto di racimoli alterni, e portato da un peduncolo corto e tenace. Gli acini, nè fitti, nè spargoli, sono ovoidali, regolari, ineguali, e chiudono sotto una buccia bianco-verdognola e diafana una polpa duracine, dolce e fragrante; le foglie sono grandi, quinquelobate a lobi larghi, divisi da un'incavatura poco profonda, col lembo dentellato e a dentellatura irregolare. Il mosto che ne sorte è dolce e sciolto, e il vino bianco, asciutto e spiritoso. Gode molta riputazione nel Genovesato.
- — rosseize; Uva rossese: Uva, i cui grappoli sono piccoli, lunghi, spargoli, a racemoli eguali e regolari; gli acini sono minuti, tondi, di grossezza ineguale, spesso falliti, e la loro buccia, che è bianca, spesso si tinge nella maturità d'un rosso sfumato, che ha dato il uome al vitigno. Il vino è bianco e sottile, secco, spiritoso e di serbo. È vite classica della Liguria orientale; coltivasi pure edabbondantemente in Finale, Albissola, Savona e Legino; matura in giugno, : vendemmiabile in agosto.
- — sarvæga; Lambrusca, Lambresco, Raverusto, Ravirusto, Affricogna, Uvizzolo, Abrostina, Arbrestina, Uva salvatica. È acerba, asprigna e spiacevole e allega i denti.
- — spinn-a V. Ughetta nel 2o sigaificato.
- — treggia; Brumasta e Brnmesta, Pergola o Pergolese: Uva. il cui grappolo è oblongo, spargolo e grosso; gli acini grossi, di figura ovoidale, di buccia nera e durissima; la polpa bianca e parimente dura; ha un saporo non molto gentile. È uva mangereccia e non serve a far vino. Ve n'ha pure di quella ad acini bianchi, e allora chiamasi Uva duracine bianca.
- — vermentin; Vermentino o Uva vermentino: Uva cl h i grappoli grossi, lunghi, appuntati, ora alati e piramidali, ora quasi cilindrici ad acini grossi e rotondi, nè serrati, nè spargoli, di buccia sottile, biancognola, macchiata d'un rugginoso giallo, più o meno carico in proporzione della maturità e dell'esposizione ai raggi del sole. La polpa è dolge e consistente senza essere carnosa. Oltre le suddette varietà havvi pure il Rollo, la Caricalasino, la Rubado, il Tedone ed altre, che o tralasciato per leragioni esposte a principio.
- Andâ a arrōbâ l'ûga; Andar a Viguone. Modo scherzev. e vale Andar alle vigne a oggetto di rubar l'uva.
- Bella vigna e poc'ûga; Assai pampini e poca uva, ed anche Bella vigna e poca uva, dicesi proverb. per Bella apparenza e poca sostanza, ovv. Grandi dimostrazioni o profferte e pochieffetti.
- Cô dell'ûga; Uvaceo, cioè Che ha color d'uva.
- Desgranâ l'ûga; Sgranellar l'uva V. Desgranâ.
- L'ûga a comensa a vegnî möa; L'uva insaracisce o invaja o si fa ghezza o saracinesca, cioè Comincia a nereggiare.
- Pittâ l'ûga; Piluccar l'uva V. Pittâ.
- Sciaccâ l'ûga; Pigiar l'uva V. Sciaccâ.
Voxe vexiñe: uffiziâ; uffiziâle; uffizialitæ; uffiziatûa; uffizio; uga; ughetta; ûltimâ; ultimo; ultramare; ûmanitæ.