gamba
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. f. Gamba: La parte dell'animale dal ginocchio al piede; e nell'uso tosc. Cianca, Zanca.
- — de færo; Gamba di ferro, dicesi per trasl. di Chi è instancabile nel cammino.
- — de legno; Schiaccia: Strum. che serve invece di gamba a coloro che l'hanno manca o stroppiata.
- — dell'anchizze; Coda dell'incudine: Quella che è opposta al piano e che posa sul ceppo e vi si pianta.
- — de scioî; Peduncolo, Gambo, Stelo.
- — dō gran, dō granōn, ecc.; Culmo: Stelo o Gambo delle piante cereali.
- — dō pomello; Picciuolo, Gamba V. Gambetta.
- Gambe; Gambe, diconsi da molti Artefici Le parti di molti oggetti che hanno qualche somiglianza alle gambe dell'uomo.
- — d'ägno V. Agno.
- — de lettere; Gambe: Le aste delle lettere, e specialm. Le linee rette onde son formate le lettere m n u.
- — de tenagge; Branche: Quelle due parti, per le quali le tanaglie si tengono in mano per adoperarle.
- — in letto e braççe a-o collo; Gamba a letto e braccio al collo. Dettato che c'insegna che i malori delle braccia e delle gambe vanno curati col riposo.
- — sciarræ; Gambe aperte.
- — sottî; Gambe affusate o affusolate, vale Gambe sottili e fatte a guisa di fuso.
- — storte; Gambe torte o storte o strambe, Gambe a balestrucci, Gambe a bilia o assolutam. Bilie. Chi ha questo difetto dicesi Bilenco o Sbilenco.
- Andâ o Corrî a gambe levæ V. A gambe levæ alla sua sede alfabetica.
- Andâ co-e gambe sciarræ; Andar largo o a gambe allargate o aperte, Andare a sciacquabarili V. Andâ.
- Arrecōmandâse a-e gambe V. Arrecōmandâ.
- Arrezise in scë gambe; Tenersi sulle gambe.
- Aveì a gamba lesta; Aver buona gamba o gamba lesta: Esser agile e presto nel camminare.
- — e gambe molle; Stare di male gambe, Reggersi male sulle gambe, vale Non essere nel proporzionale vigor del corpo.
- — e gambe rōtte; Aver tronche le gambe, e* scherzev. Star male sui picciuoli.
- Chi n'ha memöia, ha gambe; Chi non ha testa, ha gambe V. Memöia.
- Dâghe de gambe; Darlaa gambe, Farselaa gambe, Levar le berze, ecc. V. Dâ.
- Dâ in te gambe a ûnn-a persōnn-a V. Dâ.
- De sōtto gamba; Di sotto gamba. Posto avv. vale Con una mano passata di sotto a una gamba.
- E böxïe han e gambe cûrte V. Bōxïa.
- Ëse in gamba V. sotto Sentîse in gamba.
- Fâ ûnn-a cosa de sōtto gamba; Far una cosa di sotto gamba, vale Farla colla massima facilità e speditezza.
- Lamentâse de gamba sann-a; Dolersi o Rammaricarsi di gamba sana, Lamentarsi di brodo grasso, Nicchiare a pan bianco: Lamentarsi di buono stato.
- Meseiâ e gambe; Sgambare, Sgambettare, Menar le gambe, e scherzev. Menar le seste: Camminar di fretta.
- Mettise a eôa tra mezo a-e gambe V. Côa.
- Mettise e gambe in spalla; Mettersi le gambe in capo (frase dell'uso), Mettersi l'alie, Mettersi l'ali alle piante o l'ali al piede: Affrettarsi grandemente a correre.
- Non aveì ciù de gambe; Essere sgambato, vale Essere stracco per soverchio camminare.
- Nō fâ gamba e ni pê; Non procedere, Non andar avanti. Modo figurato.
- Nō s'arreze in scë gambe; Non si reggere in gambe, vale Esser debolissimo.
- Piggiâ ûnn-a gambâ; Fare oPrendersiunasgambata, vale Fare una lunga corsa da un luogo all'altro.
- Pōrpa da gamba; Polpaccio.
- Sciarrâ e gambe; Aprir le gambe.
- Sensa gambe; Sgambato: Senza gambe.
- Sentîse in gamba; Sentirsi bene in gamba o in gambe, vale Essere e Sentirsi gagliardo, forte, robusto; ed usasi anche figurat.
- Voeì addrissâ e gambe a-i storti; Voler dirizzare le gambe ai cani V. Addrissâ.
Voxe vexiñe: gallûsso; galopp'; galoppa; galoppâ; galoppin; gamba; gambâ; gàmbao; gambëa; gambedûnn-a; gambelunghe.