arvî
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. m. Aprile: Quarto mese dell'anno volgare, e secondo dell'astronomico.
- Arvî, ciuî ciuî; Aprile una gocciola al die e spesso tutto il die; dicesi a significare Essere il mese di aprile per lo più sempre piovoso.
- Arvî, fâ bōn dormî; Aprile, dolce dormire; dicesi a significare che in quel mese si dorme bene.
- Arvî ō t'ha trenta, e se ciûvesse trentûn, ō nō faeiva mâ nisciûu; Aprile ha trenta, se piovesse trentuno, non farebbe mal nessuno. Prov. dinotante che D'aprile l'acqua è sempre giovevole alla campagna.
- Marso sciûto e arvî bagnôu, beato quello chi ha semenôu; Marzo asciutto e april bagnato, beato il villan che ha seminato. Prov. di chiaro signif.
- v. a. Aprire: Disgiungere od Allargare in guisa le imposte degli usci e delle finestre che si dia l'entrata e l'uscita; e dicesi d'ogn'altra cosa che sia serrata. Aprire, per Dilatare, Allargare: Arvî e moen; Aprire le mani. Queste cäsette bezêugna vîle chì in fondo; Bisogna aprir queste caize nel fondo.
- Fendere o Spaccare.
- — a bōcca; Aprir la bocca, oltre il signif. proprio, usasi figurat. per Rompere il silenzio, Parlare: Mi non hò averto mai a bōcca; Io non ho aperto mai bocca, Non ho mosso bocca, cioè Non ho mai fiatato, Non ho mai detto una parola.
- — a bōcca e lasciâ andâ; Aprir la bocca e soffiare, figurat. vale Parlar senza considerazione.
- — a stradda; Aprir la via o il passo, vale Agevolare il cammino, e dicesi cosi nel proprio come nel figurato.
- — a ûnn-a persōnn-a; Aprire ad alcuno, vale Aprirgli la porta di casa, Introdurlo a sè.
- — a venn-a; Aprir la vena, vale Pungerla colla lancetta per cavar sangue.
- — bûttega; Aprir bottega, vale Cominciar qualsivoglia arte in pubblico. Talora si ommette il nome generico bottega, e si pone invece il nome particolare dell'arte che vuole esercitarsi, come: Arvî unn'ōstaja, ûn caffè, ecc.; Aprire un'osteria, un caffè e simili.
- — e righe; Aprire le righe. T. mil. Operazione che si fa dai soldati disposti sopra due o più righe, andando avanti o indietro secondo vien ordinato dal comando. Le righe si aprono pe eseguire alcune parti del maneggio delle armi, o per dar luogo all'ispettore od a chi passa la mostra del soldato; ha per contrario Serrare.
- — i êuggi; Aprir gli occhi V. Êuggio.
- — i êuggi a ûnn-a persōnn-a; Aprir gli occhi ad alcuno V. Êuggio.
- — ō passo V. sopra Arvi a stradda.
- — ō sò chêu a ûnn-a persōnn-a; Aprire o Spalancare il suo cuore a qualcheduno, ed anche semplicem. Aprirsi, vale Manifestargli, Palesargli l'animo suo.
- — schêua; Aprire scuola, vale Mettersi a far il maestro di scuola, Ammaestrare.
- — ûn libbro; Aprire un libro, vale Schiuderlo per leggerlo.
- — ûn testamento, ûnn-a lettera; A prire un testamento, una lettera, vale Romperne i sigilli.
- Chi ben særa, ben arve; Chi ben serra, ben apre. Prov. che significa Le cose ben chiuse sono sicure.
- Un continuo arvi e særa; Un apri chiudi continuo, cioè Un frequente aprimento e chiudimento di qualche uscio, finestra e simili. § Arvîse n. p. Aprirsi, Schiudersi, Dischiudersi, contr. di Chiudersi.
- — Aprirsi, Fendersi, Spaccarsi, Rompersi: O s'é averto a testa; E' si è aperto il capo.
- — Detto de' fiori, vale Dilatarsi sbocciando, Schiudersi, Sbocciare, che anche dicesi assolut Aprire: E scioî nō s'àrvan tûtte a-o mæximo tempo; I fiori non aprono tutti ad un tempo.
- — Detto di muri, legnami e simili, vale Crepare, Fendersi, Far gran fessure; e detto particolarm. de' muri, Sbonzolare.
- — a pelle; Ricidersi la pelle. - Screpolarsi la pelle, vale Ricidersi in varie parti: Hò e moen tûtte averte; Ho tutte le mani screpolate.
- — a tæra; Aprirsi la terra, vale Spaccarsi facendo voragine.
- — da-o cianze, da-o sbraggiâ, ecc.; Struggersi dal piangere, Non far che gridare, ecc.
- — ûn conto o di conti con qualche persōnn-a; Mettersi in briga, Accattar brighe, cioè Porsi in imbarazzo, in pericolo.
- Nō se særa mai ûnn-a porta che nō s'arve ûnn-a porta e ûn barcōn; Non si serra mai una porta che non se ne apra un'altra. Prov. che vale Da un male talora nasce un bene.
Voxe vexiñe: artista; artûa; a rûbattōn; ä rûstega; arva; arvî; arzillo; asâ; a sacchetto (conti); a sangue cädo; asappo.