sëxa
Fonte: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. f. Ciriegia, Ciliegia ed anche Cerasa, ma poco usato: frutto del ciliegio (Prunus cerasus) assai noto. Ve n'ha di varie specie e di diversi soprannomi, di cui io noterò le princigali e più conosciute fra noi.
- — amaèna o amarena; Amarina, a Firenze Visciolina, nella Lombardia Amarasca, nel Piemonte Agriotta: Ciliegia piccola, sferica, coperta d'una buccia sottilissima che si stacca facilmente dalla polpa e che è sempre tinta d'un rosso vivo, ma opaco, che per altro non mai tende al nero. La polpa, rossa come la buccia, è molle, piena di sugo, fortemente subacido, che la rende ingrata nella mezza maturità, ma che si modifica in seguito, e che riesce graziosa e d'un gusto aromatico. Essa non può gareggiare colle Visclole, nè colle razze intermedie, ma è superiore a qualunque ciliegia per le conserve e i gelati, e ancora più per gli siroppi, nei quali spiega un gLsto tutto proprio e un certo aroma che lo rende gratissimo. Matura in agosto. È comune in tutta l'Italia, in nessun luogo però come fra noi.
- — camōgginn-a; Ciliegia marchiana: Sorta di ciliegia molto gentile e saporita, che pende da un picciuolo lungo e flessibile, e nasce per lo più riunita a piccoli gruppi sulla testa dei ramicelli; la sua figura è irregolare, più alta che larga, e come cordata, mediante una sutùra poco sensibile che la taglia dalla base alla cima; la buccia è fina, liscia, brillante, giallognola prima della maturità, e poi colorita d'un rosso vivissimo, che lascia appena travedere da un lato il gallo del fondo; la sua polpa, generalmente giallognola, è rotta spesso alla buccia da mnlte vene di rosso, che si sviluppano principalmente nel lato più battuto dal sole; essa è soda, d'un gusto assai squisito e moltissimo ricercata nelle mense. Varia in cento modificazioni diverse che ne formano molte razze secondarie, le quali iversificano tutte in grossezza, in grado di colorito, in epoca di maturità, in delicatezza ed in sugo; quindi ne vengono i nomi di Graffione rosso, di Poponcino, di Cocomerina, di Selvatica, ecc.
- — de Spagna; Ciliegia susina: Frutto che ha la forma d'una ciliegia, ma ha la grossezza d'una piccola albicocca. Esso è di figura tonda e marcato da un lato con un rudimento di sutùra appena visibile; ha il peduncolo corto come quello delle susine (brignoin); la sua buccia è glabra e trasparente, ed il rosso, di cui si copre, è più carico che nelle Duracine e meno nero che nelle Visciole; la polpa è rosso-giallognola, non molto acquosa, ed è composta d'un tessuto di filamenti fibrosi, che le è particolare; il suo gusto ha poco rilievo e sente più della susina che della ciliegia, motivo per cui merita pochissimo, facendosi soltanto figurare sopra le mense pel suo colore vivo e rilevato.
- — gianca; Ciliegia moscadella; Ciliegia che ha il frutto di mezzana grossezza; la sua buccia è liscia e d'un giallo bianchiccio, che nel colmo della maturità diventa più carico e prende come una tinta di livido; la polpa, costantemente gialla, è soda e gentile; nella media maturità essa conserva un poco d'asprezza, senza però avere l'acidulo delle altre ciliegie, e la perde affatto allorchè si perfeziona sill'albero, acquistando allora un dolce cosi vivo che alcuni lo trovano smaccato. Mafura nel mese di luglio. È pregevole per la sua dolcezza e per la sua singolarità. Comunissima nel Pistojese e nel Pesciatino, è rara nel resto della Toscana, e in Genova non si conosce che da pochi anni, e si pretende che vi sia stata introdotta dal march. Gerolamo Durazzo.
- — graffiōnn-a; Ciliegia graffione V. sopra Sëxa camōgginn-a.
- — ìscioa; Visciola e Visciolone: Ciliegia di polpa tenera, caruosa, delicata, colorita, e d'un sugo come sanguigno, senz'acido, ma con un amarognolo grato che, misto al dolce che la caratterizza, forma un composto che la rende squisita. Essa è tonda, compressa all'inserzione del picciuolo, rilevata alla cima, più larga che alta, ed eguaglia nella grossezza quelle più scelte delle Duracine. La sua buccia, a principio rossa come nelle Amaresche, si carica nella maturità, e prende un nero purpureo, che spicca singolarmente nel lucido della sua superficie. Non c'è varietà che la eguaglj conservata nello spirito, ed è la sola che riesca in istato di frutto secco, specialmente se è passata nel siroppo. Matura in giugno; nei paesi però montuosi è più tardiva, ma ivi è più feconda che nei climi marini. Havvene un'altra varietà, che ha la buccia di color rosso un po' più carico delle Amarasche, e meno nero delle Visciolone; la sua polpa è anch'essa d'una sostanza gentile, e quantunque il suo sugo sia un po' acidulo, pure ha un sapore assai grazioso e tutto proprio. Il Visciolone tra noi si distingue col nome d'Iscioa veaxa, e la Visciola con quella d'Iscioa semplicemente.
- — neigra; Ciliegia nera: Sorta di ciliegia grossa, appartenente alle duracine, di figura non tondeggiante, formata d'una buccia liscia e diafana, che nella maturità si tinge d'un rosso assai nero, e che cuopre una polpa caruosa, d'un colore sanguigno-ero e pien di sugo. Matura in luglio e dura sino a tutto il mese d'agosto. L'albero è proprio delle montagne, e non si vede guari ne' luoghi domestici e nelle pianure.
- — psciajêua o pisciæla; Ciliegia acquajuola o acquajola: Ciliegia piccola, d'un colore di rosa sfumato, che si carica in proporzione che aumeta la maturità; ha la polpa scarsa, acquosa, di poco gusto, ed è perciò di poco pregio. Essa è la prima a maturare, e dagli Agronomi è considerata come il tipo delle ciliegie a polpa molle. Trovasi in tutti i paesi d'Europa. In Italia riceve i nomi di Primaticcia, di Custrina, di Molletta, di Tenerina selvatica, ecc.
Voci vicine: sêuxoa; sêuxoo; severitæ; sevo; sevōlla; sëxa; sëxâ; sëxe; sexendê; sëxetta; sexî.