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Fonte: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- v. a. Dare. Verbo frequentatissimo per la varietà dei significati che esprime, e per la moltiplicità delle maniere nelle quali si adopera. Io, per non essere soverchio di troppo, ne noterò le principli.
- Dare, per Donare, Trasferire una cosa da sè in altrui: Chi v'ha dæto questo libbro? Chi v'ha dato questo libro?
- per Percuotere: O i scorriva, ō ghe dava, ō i ammassava; Gli inseguiva, dava loro, gli uccideva.
- per Arrivare, Giungere, Toccare: L'ægua a ghe dava a-e zenōgge; L'acqua gli dava alle ginocchia.
- per Assegnare, Stabilire o Pagare per assegnamento: Quanto g'han dæto de dêutta? Quanto le diedero di dote?
- per Cogliere, Colpire: O dà in t'ûn çenteximo; Egli dà in un centesimo.
- per Conferire: G'han dæto a crōxe da cavaliere; Gli diedero la croce da cavaliere.
- per Pagare, Dare in pagamento: O nō m'ha vosciûo dâ che vinti franchi; Non mi volle dare che venti franchi.
- — per Concedere, Permettere, Accordare: Basta nō dâghe a confidensa; Basta non dargli la confidenza.
- per Porgere, Recare, Porre checchessia in altrui mano, e dicesi di cosa presente o vicina: Dæme ûn pö ō libbro di cōnti; Datemi un po' il libro de' conti.
- per Vendere, Contrattare: Se me ō dæ ve daggo ûn scûo; Se me lo date vi do uno scudo.
- per Attribuire: Ghe dan tanta importansa; Gli dànno tanta importanza.
- per Imporre, Metter sopra, Velare, Coprire: Dæghe ûnn-a man de cô; Dategli una mano di colore.
- per Urtare: Hò dæto da pansa in tō tavolin; Diedi della pancia nel tavolino.
- Parlandosi di fanciulla, vale Maritarla: L'han dæta a ûn fràvego; La diedero ad un orefice.
- Parlandosi di sole, di lume o simili, vale Battere, Ferire, Percuotere: O lûmme ō me dà in ti êuggi; Il lume mi dà negli occhi.
- Parlandosi di titoli, vale Trattare altrui, in parlando o scrivendo, con quei titoli: G'hò dæto dell'Eccellensa; Gli diedi dell'Eccellenza. E dicesi altresì vituperando: Mhan dæto dō laddro; Mi diedero del ladro.
- — ä balla; Dare alla palla V. Balla.
- — a benediziōn a ûnn-a cösa; Dar la benedizione o la benedica a una cosa V. Benediziōn.
- — a berta; Dar la berta, la ciancia, la soja V. Berta.
- — a bōnnaman; Dar la buonamano, la mancia, la benandata V. Bōnnaman.
- — a bōn patto, a bōn prexo; Dare a buon mercato, a buon prezzo V. A bōn patto.
- — a bulinna; Picchiare, Zombare, Tambussare, ecc. V. Bulinna.
- — a caccia; Dar la caccia, Cacciare, Inseguire; e talora Appostare V. Caccia.
- — a accomodâ ō çervello; Dare a rimpedulare le cervella V. Cervello.
- — a cangio; Dare a cambio V. Cangio.
- — a ciancia; Dar la ciancia, la berta, la burla, la soja, Burlare. Talora significa Dar panzane, caccabaldole, baggiane, pasto, pastocchie per ingannare o per entrare in grazia di chicchessia; ed anche Discorrere per non attendere.
- — a cicca; Dar un rabbuffo, una sbrigliata, un ripiglio, ecc.; e talora anche Dare un carpiccio, un rifrusto, e s'intende di busse V. Cicca negli ultimi due significati.
- — a coggionëlla; Dar la fanferina V. Coggionèlla.
- — a condiziōn, a patti; Dare a patti: Concedere con cendizione.
- — a conosce; Par a conoscere V. Conosce.
- — a cōnsa; Dar il concio o la concia, e dicesi di pelli, di vino o cose simili, e vale Acconciarli con vari modi proporzionati per l'uso.
- — a consolaziōn, a contentessa; Dar la consolazione, Dar il contento o la contentezza, vagliono Consolare, Dar piacere, soddisfazione, allegrezza.
- — a cōnto; Dare a conto o a buon conto V. Cōnto.
- — a corda a-o relêuio; Caricar l'orologio V. Corda.
- — a crōxe; Dar la croce V. Crōxe.
- — a cûcca; Accoccare, Incoccare V. Cûcca.
- — addosso; Dar contro, Far contro, Contrariare, Contraddire, Obbiettare; e talora Pregiudicare, Nuocere, Dar addosso.
- — a desdita; Dar la disdetta V. Desdita.
- — ad intende; Dar ad intendere, Dar intendere, vale Persuadere, Dimostrare.
- — ad intende che l'é sghêuôu ûn aze; Dar ad intendere che gli asini volano V. Aze.
- — ad intende de micee, de verdinn-e, de vescighe pe lanterne; Dar ad intendere lucciole o vesciche per lanterne, Dar finocchi, vale Dar ad intendere altrui una cosa per un'altra.
- — a discreziōn; Dare a discrezione, cioè Secondo onestà ed equità, o Secondo par che convenga; cd anche talvolta Ad arbitrio o volontà altrui.
- — a dived Te; Dar a divedere, Far intendere.
- — a drita; Dar la precedenza, Dar la mano.
- — a-e mōsche; Cacciar le mosche, antic. Moscare.
- — a-e zenōgge, ä gôa, ecc.; Dare alle ginocchia, alla gola, ecc. vale Arrivare sino alle ginocchia, alla gola e simili.
- — aggiûtto; Dar ajuto o aita, Ajutare.
- — a grascia; Far agio: Dar il gusto, il piacere ad una persona.
- — a-i nervi; Dare sui nervi, Urtare il sistema nervoso, figurat. vale Cagionar pena, travaglio, ecc.
- — a libertæ; Dare o Concedcre la libertà, vale Far libero.
- — all'êuggio; Dare nell'occhio V. Êuggio.
- — allōgio; Dar olloggio, Dar albcrgo, Alloggiare, Albergare, Ricettare.
- — ä lûxe; Dar alla luce o in luce, vale Pubblicare.
- — a mamma; Dare a bàlia V. Mamma.
- — a man; Dar la mano, ora vale Cedere il luogo, Accordare la precedenza, ed ora Impalmare.
- — a mancia; Dar la mancia: Regalar altrui che ci ha renduto un servigio o fatto cosa grata.
- — a man salva; Dare a man salva: Dare altrui colpi o simili senza ch'e' si abbia modo di difendersi o d'offendere.
- — a mente; Por mente, Metter mente, Badare attentamente, Considerare. Talvolta usasi sempliemente per Osservare, Guardare; e talvolta per Dare ascolto, Dar retta V. sotto Dâ retta.
- — a mente in sà e in là; Sguaraguardare, voce ant.: Guardare in qua e in là.
- — a nêuva, a notizia; Dar la nuova o la notizia: Recare altrui notizie d'alcuna cosa o persona.
- — a nöu; Dar a nolo: Accordare per un prezzo convenuto il servizio d'un bastimento per trasporto d'effetti o mercanzie.
- — ansa; Dar baldanza, ardire, rigoglio, temerità.
- — a-o consûmmo; Dare al calo o al consumo V. A-o consûmmo.
- — a-o mōndo; Dare al mondo, vale Partorire.
- — a paga; Dare il soldo o la paga; e dicesi dei soldati.
- — a panchêutto e menuetti; Dare a spizzico, a spizzicone, a spillazzico, a miccino: Dar una cosa poco per volta V. A panchêutto e menuetli.
- — a pannadûa; Forbire. T. cavall. V. Pannadûa.
- — a pasta; Intonicare. T. murat. Dare una terza ed ultima copertura più liscia e più pulita alla muraglia arricciata (frettassâ), specialm. quando vi si abbia a far dipintura, sia a fresco, sia a tempera, sia a olio.
- — ä prêuva o in prêuva; Dare a prova, vale Dare alcuna cosa sotto condizione di farne pruova, esperienza o cimento.
- — a primma man; Dar la prima mano, vale Dare il primo principio ad alcuna cosa.
- — a purinn-a; Accecare una falla. T. mar. Ristopparla in modo che si possa chiudere stabilmente.
- — argomento; Dar argomento, vale Somministrar tema, occasione, materia.
- — a sa ōia; Dar un cappellaccio, una canata, una rammanzina, un rabbuffo, una strigliata, una scopatura, ecc.: Riprender con minacce, con asprezza di parole V. sotto Dâ ûnn-a lavata de testa.
- — a scarso; Dare a còttimo, vale Dare un lavoro da fare non a giornate, ma a prezzo fermo.
- — a sciaccadda; Battere, Percuotere, Picchiare, Zombare, Tambussare V. sopra Dâ a bulinn-a.
- — a sò parolla; Dar parola o la sua parola, vale Obbligarsi, Promettere con sicurezza di fare.
- — a stiva; Dar la cala: Specie di castigo che si usa dare sopra i vascelli ai marinai caduti in qualche fallo, e consiste nel legarli in capo di un'antenna, e così legati tuffarli più volte in mare.
- — a stradda ä særa; Allicciar la sega V. Stradda.
- — a striggia V. sotto Dâ ûnn-a lavata de testa.
- — a tâ; Far la tara, figur. Non credere a tutto ciò che è riferito.
- — a tâ a ûnn-a persōnn-a; Far la tara a uno, figurat. vale Calcolarlo quanto egli vale, Compatirlo nelle sue debolezze, Soffrir con benigna indulgenza le sue scempiaggini.
- — a tegnî ûnn-a cosa; Dar checchessia a guardia o in guardia, a serbo, in custodia: Affidare alla custodia.
- — ä testa; Dare al capo, vale Offuscare la mente, e dicesi di vino, liquori, carboni accesi o simili.
- — a trâ; Dar ascolto, Dar retta; e talvolta Por mente, Badare. Voce del contado V. sotto Dâ retta.
- — audaçia; Dar baldanza: Porgere animo, ardire, temerità.
- — a ûn morto; Dare a un morto, vale Gittar la fatica, Perdere il tempo.
- — autoritæ; Dare autorità, Autorizzare.
- — a vergada; Bacchettare V. Vergadda.
- — a vitta; Dar la vita: Propriam. Offrirsi pronto a spenderla per alcuno; e figurat. Apportar somma consolazione, grandissimo piacere, utilità, ecc.
- — bacchæ da orbi; Dar bastonate o mazzate o fracassate da ciechi, Dar mazzate sùdice V. Baccâ.
- — bacciccia; Conciare pel dì delle feste.
- — bōn beive; Dar buon bere, Dar gusto al bere, dicesi di cosa che mangiandola ci si beva su volontieri; il suo contrario è Dar cattivo bere.
- — bōn cōnto da sò persōnn-a; Dar buon conto di sè, vale Portarsi come si conviene, da uomo onesto, dabbene.
- — bòtte da chen; Dar come in terra, Percuotere a rotta, fortemente, senza discrezione.
- — braççetto; Dar il braccio V. Braççetto.
- — breiga; Dar briga, fastidio, molestia, travaglio, vale Molestare, Infastidire.
- — bughezzo; Dar noja, molestia V. Bughezzo.
- — caenn-a; Dar carena, Carenare V. Caenn-a.
- — campio a fâ ûnn-a cosa; Dar campo o agio a far una cosa: Porgere epportunità, comodo.
- — capäro; Dar caparra: Sborsare parte del prezzo pattuito per fermare o stabilire il contratto.
- — cappotto; Dar cappotto V. Cappotto.
- — carta gianca; Dar carta bianca o foglio in bianco V. Carta, carte. V. sotto Dâ e carte.
- — cattivo exempio; Dar imal esempio, cioè Di operazioni cattive, Dare scandalo.
- — cauziōn; Dar cauzione, sicurtà, vale Assicurare con mallevadore o simili.
- — compimento; Dar soddisfazione, Soddisfare, Pagare il debito.
- — conseggio, ō conseggio, ûn conseggio o pe conseggio; Dar consiglio, l consiglio, un consiglio o per consiglio, vogliono Consigliare, Far altri avvisato, avveduto.
- — cōnto da sò persōnna V. sopra Dâ bōn cōnto da sò persōnna.
- — cōnto d'ûnn-a cosa; Dare o Prender conto d'una cosa, vale Render ragione dell'operato.
- — contro; Dar contro, vale Contraddire; ed anche Opporre od Opporsi ad alcuna cosa.
- — cōlpa; Dar colpa o la colpa V. Cōlpa.
- — da assōstâse; Dar ricovero, albergo, ricetto, Ricoverare, Albergare, Ricettare.
- — da beive; Dar da bere, Dar bere o a bere: Porgere da bere, Mescere, Apprestar la bevanda.
- — da beive a-e bestie; Abbeverar le bestie.
- — da beive a-i vasi, a-e scioî; Annaffiare, Innaf fiare i fiori.
- — da beive a-o præve che ō cego ō l'ha sæ; Dà bere al prete che il chierico ha sete V. Beive.
- — da corda; Allungar la fune; metaforic. vale Conceder dilazione, Metter tempo in mezzo.
- — da dî; Dar da dire, Dar che dire: Porgere altrui occasione di mormorare; e in qualche caso Dar altrui da pensare, Esser cagione di grave pensiero; e talora anche Infastidire, Dar molestia, travaglio, disturbo.
- — da dî e da fâ; Dar da dire e da fare: Occupare, Tener impiegato, per lo più con affaticar e tribolar altrui.
- — da fâ; Dar a fare o che fare: Occupare, Tener impiegato, Dar faccende, Dar da lavorare, Somministrare occasione di lavorare; e talora figurat. Travagliare, Tribolare.
- — da fâ ûnn-a cosa; Dar da fare una osa, vale Commettere che atri la faccia.
- — da mangiâ; Dar mangiare o da mangiare, vale Porgere il cibo altrui perchè mangi; o anche Tenerlo a mang are senza ch'egli spenda.
- — da mormoâ; Dar da mormorare: Dar occasione o materia perchè si mormori.
- — danno; Bar danno, Danneggiare.
- — dâ penna addosso a ûn scrito; Dar di penna, Dipennare, Cassare, Cancellare.
- — da pensâ; Dar grattacupi, Dar da pensare e da vegghiare: Mettere in travaglio.
- — da pûa in ti êuggi; Gettare o Buttar la polvere negli occhi, figur. vale Usar mezzi per deludere altrui.
- — da stûdiâ V. sopra Dâ da pensâ.
- — da testa; Dar di capo o del capo, vale Capitare o Arrivare; e figurat. Ricorrere o Appigliarsi a qualunque partito.
- — da testa in ta mûagia; Dal del capo nel muro o ne' muri, Battere o Urtare il capo nel muro o al muro, vagliono Darsi alla disperazione.
- — da vixin; Dar rasente: Colpir vicino allo scopo.
- — de bacchæ; Dar bastonate, Bastonare V. Baccâ.
- — de bacchæ in te l'ægua; Mettere stoppia in aja, Pestar l'acqua nel mortajo, Far acqua in un vaglio V. Ægua, Baccâ.
- — de bōnn-e parolle; Dar buone parole, Dar canzoni, bossolotti, erba trastulla, vagliono Discorrere per non attendere, Lusingare senza effetto, Trattenere e non venire a' fatti.
- — de bòtte; Dar busse o percosse, Dar picchiate, Dar colpi, ecc. V. Bòtta.
- — de carcagnæ; Scalcagnare V. Carcagnâ.
- — de ciarle; Dar chiacchiere, Dar parole, canzoni V. Ciarla.
- — de dêutta; Dar di dote, vale Assegnare o Pagare per dote.
- — de foettæ; Scudisciare, Scurisciare: Percuotere collo scuriscio V. Foëto.
- — de lecche; Dar mostacciate, ceffate, gotate, cioè Dar delle mani sul volto altrui.
- — dett'ægua; Dar acqua, Annaffiare, Irrigare.
- — del 'äia a ûnn-a stansa, ecc.; Dar aria ad una camera, ecc. V. Äia.
- — dell'aze, ō birbo, dō ta ldro, ecc; Dar dell'asino, del birbone, del ladro o simile: Ingiuriare altrui con dargli quei titoli ignominiosi.
- — delt'êuggio; Dar un occhio, vale Osservare, Star attenti a checchessia per conto altrui: Dæme ûn pö dell'êuggio ä bûttega; Fatemi il favore di darmi un occhio alla bottega.
- — detl'incenso; Dar incenso, propriam. vale Incensare; e ligurat Adulare, Piaggiare.
- — de lungannie; Menare per le lunghe o per la lunga o per lunga o a lungo o in lungo, Menar il can per l'aja, Dar erba trastulla, Dar canzone, Tener a bada: Lusingar con isperanze, ma senza venir a conclusione.
- — de man; Dar di mano, Cacciar mano, Dar di piglio: Pigliare con prestezza, e con alcuna dimostrazione di forza.
- — de man a ûn travaggio; Dar di mano a un lavoro, vale Cominciarlo.
- — de moen in te bële; Dar nel cuore V. Bëla.
- — de parolle o de bōnn-e parolle; Dar parole, Dar ciancie, Pascer di parole, vagliono Intertenere, Non venire a' fatti, Discorrere per non attenere.
- — de patte in sciö cû; Sculacciare, Dare culacciate o sculaccioni V. Patta.
- — de vantaggio; Dar vantaggio ad alcuno nel camniinare, cioè Lasciarlo andar innanzi un tratto prima di porsi a inseguirlo.
- — de zinzannie V. sopra Dâ de tungannie.
- — di cäsci; Dar calci: Trar calci.
- — di cäsci a-o vento, Dâ di cäsci a ûnn-a cosa V. Cäso.
- — di denti in ta mûagia; Stare a denti asciutti V. Dente.
- — di fastidii; Dar fastidii, cure, brighe, molestie, Dar grattacapi, Infastidire, Molestare.
- — di pûgni; Dar pugna, Menar pugna: Percuoter con pugna.
- — di pûgni in çê; Dar pugna in cielo, Dar un pugno in cielo, dicesi per esprimere l'impossibilità d'una cosa.
- — di punti; Cucire: A l'é in casa ch'a dà di pumti; Ella è in casa a cucire.
- — di punti in tō zêugo; Dar de' punti: Nel giuoco del e bocce ed altri, vale Dare alla parte contraria il vantaggio di due, tre o più punti sul numero a cui si deve arrivare per vincere il giuoco.
- — dō cû in ciappa; Battere il culo in sul lastrone o in sul petrone V. Ciappa.
- — dō dïo ä bänsa; Dare il tratto alla bilancia, e nell'uso tosc. Dar l'anchetta alla bilancia V. Bänsa.
- — dō dïo sotto; Dar la corda a uno, Tirar su le calze a uno, Scalzarlo: Usar artifizio per cavargli di bocca artatamente un segreto; e talora Aizzare, Incitare, Fomentare, Stuzzicare, Instigare.
- — dō figgiêu; Dare il latino, vale Trattare altrui da fanciullo.
- — dō naso, Dâ dō naso dappertûtto V. Naso.
- — dō sacco a ligaggia; Dar del sacco le corde V. Ligaggia, Sacco.
- — dō sevo; Dar del burro V. Sevo.
- — drito; Dar diritto: Cogliere per l'appunto il bersaglio.
- — dō sò; Dar del suo o il suo, vale Dare le cose proprie o appartenenti a chi le dà.
- — dō ti, dō voi, dō lé, ecc.; Dar del tu, del voi, del lei, ecc., vale Usar parlando con aleuno di questi titoli, secondo la maggiore o minore famigliarità.
- — e bōnn-e feste, ō bōn cappo d'anno, ecc.; Dar le buone feste, il buon capo d'anno, ecc., vale Augurare altrui felicità in tali congiunture.
- — e carte; Dar le carte, vale Dispensarle ai giuocatori.
- — e confittûe all'aze V. Aze.
- — e patte V. sopra Dâ de patte in sciō cû.
- — e scille; Sferzare; e intendesi delle sferzate che si davano una volta da' parenti ed anche da alcuni maestri ai fanciulli cattivi, irrequieti, negligenti.
- — e spalle; Dar le spalle, Aver voltate le spalle, dicesi dello Stare davanti a uno colle spalle voltate.
- — e tōcche V. sotto Dâ i attasti.
- — exempio; Dar esempio o esemplo: Essere il primo a operare per dar occasione d'esser imitato.
- — exito; Dare spaccio o esito a checchessia.
- — fastidio V. sopra Dâ breiga.
- — fêua; Dar fuora o fuori: Mandare alla luce o in luce V. sopra Dâ ä tûxe.
- — Dar fuori. T. scult. Fare prima un solco nel marmo con subbia o scarpello, di poi batterlo onde si spacchi da per sè.
- — fêugo; Dar fuoco, Appiccare il fuoco, vale Ardere, Abbruciare; e parlandosi d'arme da fuoco, si dice dell'Appiccarvi il fuoco per iscaricarle.
- — fêugo ä bōmba V. Bōmba.
- — fōndo; Dar fondo, Dissipare, Scialacquare, Profondere, Dilapidare, Macinare, Dar la balta.
- — fondo a ûn bastimento; Dar fondo, Fondeggiare. T. mar. Gettar l'àncora per ormeggiarsi.
- — grazia; Dar grazia, vale Aggiunger vaghczza, Conferire eccellenza.
- — grosso o sōttî; Render grosso o sottile, dicesi della penna quando fa linee o troppo grosse o troppo sottili.
- — i attasti; Dar i tasti o le tastate, Tastare V.
- — i bōmboin; Dar i rintocchi V. Bōmboin.
- — i bòtti; Toccheggiare, dicesi delle Campane delle chiese quando dànno cenno degli uffizi divini o di qualche sacra funzione battendo a tocchi e non a distesa; altrim. Rintoccare.
- — i ciocchetti V. sopra Dâ i bòtti.
- — idea; Dar idea, Dar mostra, segno, Mostrare.
- — i fenoggetti all'aze V. Aze. Attasto.
- — imbarasso; Dar impaccio, impedimento, imbarazzo, Apportar briga.
- — importansa; Dar importanza, Dar grido, Darrilievo.
- — in appalto; Dar in appalto V. Appalto.
- — in balle, in ciampanelle, ecc.; Dar in budella, in cenci, in ciampanelle, ecc. V. Balla, Ciampanelle.
- — in bäto; Dar in baratto, Barattare.
- — in crensa; Dare a credenza o a credito V. Crensa.
- — inderré; Dar addietro, Cedere, Piegarsi, Ritirarsi.
- — informaziōn; Dar informazione, Informare.
- — in fûrie; Dar nelle furie, ne' lumi, nelle scartate, Entrar in valigia, Montar in sulla bica, in collera, in bestia, in ismanie, Infuriarsi, Adirarsi.
- — in mattëia; Dar in frenesia, Dar nelle girelle, Impazzare.
- — in sciä testa; Dar in capo: Offendere alla volta del capo, Colpire nel capo.
- — in sciä vōxe; Dar sulla voce o sulla bocca, vale Interrompere l'altrui discorso, Far che uno taccia, Sgridarlo acciocchè egli taccia.
- — in sêussia; Dare a soccio, a sòccida, a capo salvo, dicesi del Bestiame che si dà altrui a governare a mezzo guadagno e a mezza perdita.
- — in ta gôa; Dar l'ingoffo. Imbecherare, vale Subornare o Corrompere altrui con donativi; altrim. Dare lo sbruffo.
- — in te bocce; Trucciare le bocce o le pallottole V. Boccia.
- — o Cazze in te ciöte, in ti unge; Dar nelle unghie, Cascar nelle branche, figurat. vale Venire in potere V. Ciōta.
- — in te gambe a ûnn-a persōnn-a; Darla alle gambe d'alcuno, figurat. vale Attraversargli i snoi negozi; e talora Diminuire, Scemare sul prezzo.
- — in te moen; Dar fra mano, per mano o nelle mani: Mettere in podestà o balìa; ed anche semplicem. Metter in mano, Dare, Consegnare.
- — in ti êuggi; Dar negli occhi, parlandosi di lumi o altro chiarore, vale Offender la vista.
- — in ti tacchi; Bestemmiare, Adirarsi V. Tacchezzâ.
- — in tō genio; Dar nel genio, nell'umore, Andar a versi, a genio, Garare, Venir a grado, Soddisfare, Piacere.
- — in tōa; Dare, Mettere o Portare in tavola, intendesi del Porre i piatti delle vivande sopra la tavola apparecchiata.
- — in tō rattajêu; Dar nella trappola, nel calappio, nella ragna: Rimaner preso; e figurat. Cader negl'inganni, Rimaner ingannato.
- — in tō segno; Dar in brocca, in brocco o nel brocco, Dare o Trar nel segno, Imbroccare, Imberciare: Colpire nel mezzo del bersaglio. Usasi anche figurat. e vale Apporsi, Indovinare il segreto d'un fatto, Pigliare il nerbo della cosa.
- — i sò recatti a ûn; Conciar uno pel dì delle feste; ed anche Ucciderlo, Ammazzarlo.
- — l'ægua; Dar l'acqua: Aprire i condotti dove vien l'acqua.
- — l'aggrecco; Dar audacia, baldanza, Porger animo, ardire.
- — l'anello; Dar l'anello, vale Sposare V. Anello.
- — l'anima, Dâ l'anima a-o diao V. Anima.
- — l'animo; Dar l'animo o il cuore, Bastar l'animo, vagliono Aver coraggio o simile.
- — l'arbitrio; Dar arbitrio, Concedere facoltà.
- — l'assäto; Dar assalto o l'assalto: Assaltare, Assalire.
- — l'assolûzion; Dar l'assoluzione, Assolvere.
- — l'aväo; Dar la mossa, la spinta V. Aväo.
- — lêugo; Dar luogo, Dar occasione o causa: Somministrare agio o comodità di far qualche cosa.
- — lêugo ä raxōn; Dar luogo alla ragione, vale Capacitarsi, o piuttosto Ravvedersi.
- — l'êuio santo; Dar l'olio santo, vale Amministrare il sacramento dell'Estrema unzione.
- — leziōn; Dar lezione, vale Insegnare.
- — lezze; Dar legge, Impor legge.
- — licensa; Dar licenza, permissione: Permettere che altri faccia.
- — l'ultima man a ûn travaggio; Dar l'ultima mano a checchessia, vale Finirlo, Perfezionarlo.
- — lûxe; Dar luce o lume, vale Illuminare.
- — majo o marïo; Dar marito, Maritare.
- — man; Dar mano o la mano: Accompagnar uno tenendolo per la mano; ed anche Dar di piglio.
- — mente; Badare; Attendere, Attentamente considerare, Por cura, Por mente; e talvolta semplicem. Guardare, Osservare V. sopra Dâ a mente.
- — meza banda; Dar mezza banda. T. mar. Far inclinare alquanto il bastimento da una parte per nettarlo o spalmarlo.
- — mōggê; Dar moglie, Ammogliare.
- — motivo; Dar motivo, argomento, cagione.
- — ō balletto; Dar pasto V. Balletto.
- — ō battæximo; Dar il battesimo, Battezzare.
- — ō biscontin; Dar la soja, Sojare V. Biscontin.
- — ō bōccōn; V. sopra Dâ in ta gôa.
- — ō bōccōn a-i chen; Dar il boccone a' cani V. Bōccōn.
- — ō bōmbōn; Dar pasto: Lasciarsi vincere artatamente qualche cosa per tirar su il giuocatore, e mostrar di non ne saper più di lui.
- — ō bōn giorno, ō bōn viaggio, ecc.; Dar il buon giorno, il buon viaggio, ecc., vale Augurar felicità in quel giorno, nel viaggio o simili.
- — ō careghin; Dar la soja, Sojare, Dar l'unguento, il giambo, la quadra, le quelle, la monna, la cenciata, la baja V. Careghin.
- — öccaxiōn; Dare, Porgere, Somministrare occasione, argomento.
- — ō chêu; Dare o Donare il cuore V. Chêu.
- — ō cōlpo de grazia; Dare la stretta V. Cōlpo.
- — ō còmodo; Dar il comodo o la comodità, vale Concedere opportunità, agio.
- — ō cōnsenso; Dare o Prestare il consenso, vale Acconsentire.
- — ō færomorto; Tirare il catenaccio, il paletto e simili.
- — ō fêugo a ûn bastimento V. Fêugo.
- — ō fî; Affilare, Raffilare V. Affiâ nel osignificato.
- — ō gianco; Imbiancare, Scialbare: Stendere col pennello il bianco sui muri.
- — ō gïo; Dar l'ambio, il puleggio; e dicesi del Mandar via con buon garbo, Liberarsi da persona importuna, facendole intendere in qualche maniera che non è gradita.
- — ō læte; Dare il latte, Allattare: Nutrire col proprio latte.
- — ō lardò; Dare il chi va là: Grido di guerra, del quale si servono le sentinelle per domandare il nome di chi s'avanza.
- — ō lardo in guardia a-i gatti; Dar la lattuga in guardia a' paperi: Dar in guardia alcuna cosa a persona, da cui appunto bisogna guardarla.
- — ō lecco V. sopra Dâ ō bombōn.
- — ō liamme; Letamare, Letaminare, Concimare V. Alliamâ.
- — ō lûstro; Dare il lustro, Lustrare: Parlando di drappi, pietre, scarpe e simili, vale Farli più lucenti.
- — ōmbra; Dar ombra, Dar gelosia.
- — ō nōmme da-e feste a ûnn-a persōnn-a; Nominare alcuno pel suo nome. vale Dirgli villania. -. ō pattōn; Dare il guasto, Manomettere, Spogliare; e nell'uso Spianare o Fare lo spiano in casa d'altri, cioè Rifinire e Consumare quello che colui ha di commestibili in casa.
- — ordine; Dar ordine, Ordinare, Imporre.
- — ō remōrco; Dare il rimorchio o il rimurchio, Rimorchiare, Rimurchiare, Rimburchiare V. Remorcâ.
- — ō retïo; Dar il riposo, vale Dispensare altri da alcuna carica o uffizio, con conservargli lemercedi.
- — ō reverso; Contrariare, Contraddire, Opporsi.
- — ō riso co-a natta; Dare un rabbuffo, una sbrigliata, una scopatura, una strapazzata, ecc.; e talora anche Percuotere, Picchiare, Zombare, Dar delle busse.
- — ō saläio; Dare il salario, Salariare, Stipendiare.
- — ō sangue dō chêu V. sopra Dâ ō chêu.
- — ō segno; Dar il segno, il segnale.
- — ō sô conto; Dare il conto suo: Fare altrui quello che si conviene.
- — ō straccollo; Dare il tracollo: Far perdere l'cquilibrio.
- — ō strapuntin V. sotto Dâ ûn strapuntin.
- — ō taggio a-e castagne; Castrar le castagne V. Castagna.
- — ō tettin; Dar la poppa, la zinna, la mammella, Allattare.
- — ō tïo; Dare un motto, Fare, Gittare, Toccare motto d'alcuna cosa, vale Favellarne brevemente, che anche dicesi Dare un tocco o il tocco V. Tïo.
- — ō vaso; Andar via. Modo basso.
- — ō viavinti a ûnn-a persōnn-a; Dar il cencio o l'erba cassia, Dar l'ambio, il commiato, lo sfratto, il puleggio: Mandar via, Licenziare.
- — ō zûamento; Dar il giuramento, vale Costringere a giurare altrui, e dicesi più spesso quando ciò fassi con autorità pubblica.
- — parolla; Dar parola, vale Promettere per mantenere.
- — parte; Dar parte, avviso, notizia: Partecipare, Far consapevole, Avvisare, Informare.
- — pe cōnseggio; Dar per consiglio, Consigliare.
- — pegno; Dar pegno: Assicurare altrui col metter pegno in sua mano.
- — pe-o naso; Dar nel naso, dicesi figurat. del Sentirsi da chicchessia cosa che gli dispiaccia, o gli ingeneri sospetto.
- — pe poco; Dar per poco, vale Vendere per piccol prezzo.
- — piaxeì; Dar piacere, diletto, Dilettare.
- — prêuva; Dar prova, Provare.
- — prinçipio; Dar principio o cominciamento, Dar capo a una cosa, vale Principiarla, Cominciarla.
- — quarté; Dar quartiere: Propriam. Salvar la vita ai vinti; e talora semplicem. Non proseguire d'incalzar chicchessia.
- — querela; Dare, Porre o Sporgere querela: Querelare, Accusare in giudizio.
- — recatto; Dar sesto, Assestare, Mettere o Porre in assetto, Assettare, Rimettere in buon ordine; e talora Raccomodare, Riattare, ed anche Allestire, Preparare, Ammannire.
- — recatto ä càmea, ä casa; Far la camera o la casa, vale Rimetterla in assetto, in buon ordine, cioè Spazzare, rifare i letti, ecc.
- — respïo; Dar lena, cioè Spazio di respirare.
- — retta; Dar retta, Dar ascolto, Dar orecchi, Dar udienza; e talora Por mente, Abbadare.
- — riposo; Dar riposo, sosta, risquitto o resquitto, queste ultime due voci sono antiquate: Conceder riposo dopo la fatica.
- — scaccomatto; Dare scacco o scaccomatto: Nel giuoco degli scacchi è quando si vince il giuoco chiudendo l'andata al re; e figurat. Cagionare rovina o perdita, ed anche Vincere, Superare.
- — tempo; Dare spazio, indugio, Conceder tempo.
- — torto; Dar torto: Giudicare in disfavore.
- — tûtti i sō titoli a ûnn-a persōnn-a; Svillaneggiare, Ingiuriare alcuno: Caricarlo d'ingiurie, di villanie. Modo figur.
- — ûdiensa; Dar udienza o audienza, vale Udire, ed è proprio de' Gran Magistrati o de' gran personaggi.
- — ûn cäso in tō cû a ûnn-a persōnn-a; Dar un piè nel culo a uno, Dargli un calcio nel sedere V. Cû.
- — ûn cavallo in sciö cû V. Cavallo.
- — ûn cianto d'ûnn-a cosa; Far il pianto o un pianto di checchessia V. Cianto.
- — ûn fracco de legnæ; Dar un fiacco, un rovescio o una pastura di bastonate, vale Dar di molte bastonate.
- — ûn gïo; Dare una giravolta, una corsa: Fare una breve passeggiata, Andare alquanto attorno.
- — ûnn-a labardâ; Dare un manrovescio, cioè Un colpo dato colla parte convessa della mano. Modo figurativo.
- — ûnn-a bōnn-a striggia; Battere alcuno fortemente; e comunem. al figur. Dare una buona strigliata V. sepra Dâ a striggia.
- — ûnn-a bòtta; Dar una bòtta, un colpo, vale Ferire, ed anche Uccidere uno o per vendicar ingiurie o per altra cagione. Talvolta vale Suonare o Cantare un pocolino.
- — ûnn-a cosa a-o cōsto; Dar una cosa pel capitale, cioè Senza guadagno, Darla per quello che costa a colui che la dà.
- — ûnn-a cosa pe-a cansōn dō carlevâ; Dar ona cosa per un pezzo di pane, e nell'uso Bacchettare o Abbacchiare una cosa, vale Venderla a prezzo vilissimo per bisogno presente.
- — ûnn'êuggiâ; Dare uno sguardo, un'occhiata.
- una strigliata, Cantar la solfa o la compieta o il vespro a uno, Risciaquargli il bucato, Fargli un rivellino, uno scapponeo, vagliono Fargli una solenne e aspra riprensione.
- — ûnn-a man; Dare una mano, vale Dar ajuto, Ajutare.
- — ûnn-a man de cô; Dare una volta di colore a checchessia. l
- — ûnn-a monâ; Dare una fardata, un bottone, Sbottoneggiare: Gittare un motto pungente verso ' l alcuno. Modo basso.
- — ûnn-a patta in tæra, in ta mûagia d'ûnn-a cosa; Lanciare, Avventare, Scaraventare: Scagliar con violenza, con impeto; ed anche semplicem. Gettare, Cacciare. o Piggiâ ûnn-a patta; Fare una cascata, una caduta, Dare uno stramazzone, un cimbottolo, Cimbottolare.
- — ûnn-a pennâ addosso a ûn scrito V. sopra Dâ da penna.
- — ûnn-a repassâ; Dare una ripassata, una rivista, vale Tornare a vedere, a leggere, a considerare, ad esaminare alcuna cosa.
- — ûn sciaccadenti; Dare un sergozzone, un sorgozzone, un golino V. Sciaccadenti.
- — ûnn-a sciaccâ; Soppressare alquanto.
- — ûnn-a scōrsa; Dare una scorsa, una letturina: Leggere rapidamente un libro o una scrittura.
- — ûnn-a stoccâ de chêu; Dare una stoccata: Cagionare dolore acerbissimo, dispiacere eccessivo.
- — ûn strapuntin; Dare una scopatura a uno, Dargli un cappello o cappellaccio, Fargli una ripassata o simile, vale Rimproverarlo, rinfacciandogli i mancamenti di lui; e per lo più intendiamo Manifestare sotto maschera i difetti o segreti di colui, a cui indirizziamo la parola.
- — ûn streppōn; Dare una strappata, una stratta, Dare di strappo, e vale Tirare con violenza e scossa. – Strappata di briglia è Il tratto violento di essa.
- — ûn travaggio da fâ; Allogare un lavoro: Dare un lavoro da farsi ad un artefice; e propriam. Assegnare un artefice per un dato lavoro e stabiline il prezzo.
- — via; Esitare, Spacciare, Smaltire. Talvolta significa Donare, Regalare; e talvolta Dispensare, Distribuire.
- — vòtta; Dar volta, Avvolgere, Annodare, dicesi di cavo, fune o simile quando si allaccia intorno a qualche cosa ferma o stabile. Parlandosi di vasi, ed usato in senso neutro, vale Abbattersi, Rovesciarsi; e parlandosi di carrozze, dicesi Ribaltare V. Ribaltâ.
- — vòtta a-o çervello; Dar la balta al cervello, Dar la volta al canto, Dar nelle girelle, ne' gerundii, vagliono Uscir di sè, Perder l'uso della ragione, Impazzare, Ammattire.
- — zû; Dar giù, Ridar giù, Andar giù, figurat. Far calo, Disvenire, Declinare, Dimagrare. Parlandosi de' fiumi, dicesi Abbassare de' fiumi, dell'acqua; parlandosi delle fecce che fanno i liquidi lasciati in riposo, dicesi Posare.
- — zi a ûn travaggio; Precipitare un lavoro, vale Farlo di somma fretta e con pochissima diligenza; che anche dicesi Abborracciarlo, Strapazzarlo, Tirarlo giù.
- — zù l'insciaggia; Disenfiarsi: Andar via l'enfiagione.
- — e ō sô; Tramontare, Dar la volta o la palta, ō vn; Uscire i vino del capo, vale Cessar Inclinare all'occidente. l'ubbriachezza.
- — zù a ûnn-a mercanzia; Abbacchiare una merce, vale Venderla a qualunque prezzo per fretta di far denari.
- Dâghe a-o resto; Far del resto, Consumar l'asta e il torchio: Mandar male interamente il suo avere, Consumar ogni cosa; e in term. di giuoco, Giocare tutto il restante del denaro; e metafor. Arrischiare il tutto.
- — cōmme ō sciô Giæa; Dar in ceci o in cenci, Dar in piattole, in ciampanelle, ecc. V. sopra Dâ in balle; e talvolta semplicem. Sbagliare, Prendere sbaglio, Dare in fallo, Fallire, Errare.
- — de ciatto; Tirar di lungo, Indugiare: Usar trascuraggine o negligenza, Non pigliarsi cura o pensiero.
- — de gambe; Darla a gambe, Farsela a gambe o alle gambe, Dar delle calcagna, Battere il taccone, vagliono Partirsi in fretta, Fuggir velocementc.
- — de veje; Svignare, Batterscla, Fuggire, ecc.
- — dō stûdiôu; Non far caso, Non far conto, Non curare una cosa.
- — dō cû; Battere una culata, Dar del culo in terra V. Cû.
- — dō naso; Darci dentro, Dar di cozzo V. Naso.
- — drento; Darci dentro: Mettersi con tutto l'animo ad un'operazione qualsiasi per condurla comecchessia a compimento. Parlandosi di vivande, dicesi comunem. in Toscana Darci sotto, e vale Mettersi a mangiarle con voglia e finirle.
- — là; Lasciar correre due soldi per ventiquattro danari, Lasciar andare dodici denari al soldo, Far orecchi da mercante, Non la guardar pel sottile, vagliono Non s'inquietare per cosa che detta o fatta sia men che bene, Mostrar non curanza di ciò che altri dica.
- Dâla lunga; Darla lunga, Procrastinare, Traccheggiare.
- Dâle de marca maggiô; Dar come in terra, Crosciarle a macca, Darne altrui un rotolo, vagliono Percuotere a rotta, senza discrezione.
- Dâne ûnn-a cäda e ûnn-a freida; Darne una calda e una fredda V. Cädo addiett.
- Dâse n. p. Darsi, Battersi, Percuotersi a vicenda, Venir alle mani.
- — a conosce; Farsi conoscere V Conosce.
- — a credde, ad intende; Darsi o Farsi a credere, vale Imaginarsi.
- — a-e prûxe; Spulciarsi V. Prûxa.
- — a-e mōsche; Levarsi le mosche o i moscherini dal naso, figurat. vale Non si lasciar fare ingiuria.
- — a man; Darsi la mano, Impalmarsi.
- — a fâ debaronate; Darsi al briccone, al furfante.
- — äia; Aver aria, Arieggiare, Rassomigliare V. Aia.
- — äia d'importansa; Darsi aria d'importanza, Darsi l'aria d'uom da faccende.
- — a-o diao; Darsi al diavolo, al nemico, ai cani, alla versiera, alle streghe, alle bertucce, vale Disperarsi.
- — a-o Segnô; Darsi a Dio: Dedicarsi alla vita spirituale.
- — ä stradda; Gettarsi alla strada, vale Porsi a far l'assassino di strada.
- — bōn tempo; Darsi buono o bel tempo, Far ' tempone, vagliono Stare allegramente, Passarsela in allegria, in divertimenti.
- — da sappu in scï pé; Darsi della scure sui piè, Darsi la zappa su' piedi, Rompersi le noci sul capo, Darsi del dito nell'occhio, Darsi su per l'unghie col martello, Murarsi in un forno, Tagliarsi le legne addosso, Aguzzarsi il palo sulle ginocchia, Tirar a' suoi colombi. Modo proverb. che vale Recarsi pregiudizio da se stesso, Operare a proprio svantaggio.
- — dattōrno; Dàrsi le mani attorno, vale Maneggiarsi, Adoperarsi, Industriarsi, Prender briga o studio d'avere.
- — dell'importansa; Star in sul mille, Aver gran fava, Aver della chiella: Riputarsi d'assai.
- — l'appuntamento; Darsi la posta o la ferma, cioè Fermar luogo e tempo per checchessia.
- — ō caxo; Darsi il caso, la combinazione, Avvenire, Accadere, Succedere.
- — ō rōssetto; IDarsi il belletto, Imbellettarsi, Scialbarsi, Lisciarsi V. Rōssetto.
- — ō vanto; Darsi il vanto, Vantarsi.
- — premmûa d'ûnn-a cosa; Darsi cura, briga o pensiero di checchessia, Brigarsi di...
- — recatto; Mettersi in ordine, Allestirsi, Disporsi, Apprestarsi, Mettersi in punto; e talora Curarsi da qualche malattia.
- Dâseghe lêugo; Darcisi motivo, occasione, ecc.
- Dâseghe paxe; Darsi pace, Appaciarsi, Quietarsi.
- Dæghe a-o lô; Dàlli dàlli, Dàgli dàgli: Ciò dicesi quand sopra una persona. vogliamo addossare tutto il torto, vogliamo incolparla.
- Dæghea dæghea! Dàlli dàlli, Dàgli dàgli, Dàlle dàlle. Maniera di dire per incitare ad arrestare un ladro, o simile, come dire: Arresta arresta, Ammazza ammazza.
- Dæto ō caxo; Dato il caso, Dato che, Posto che.
- Dagghe, tōcca e busticca; Batti, picchia e martella, Dàgli, picchia e mena, Dàgli e tocca. Maniera di dire per dinotare un'azione continuata.
- E dàgghea! E dàlli! Si dice con un po' di stizza, allora che uno insiste o ripete parole o atti che non ci aggradano.
- Pêu dâse; Può darsi, Può essere, Sarà: Forma dubitativa che si dice per ammettere la possibilità d'una cosa.
- Te ō dö mi; L'avrai a fare con me.
Voci vicine: cûxitûa; cuxo; cûxôu; da; dä; dâ; da amixi; da banda; da basso; dabben; da boin amixi.