mangiâ
Source: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- v. a. Mangiare: Pigliare il cibo per bocca e mandarlo masticato allo stomaco; ed oltre all'att. usasi anche comunem. nel neut.; altri Magnare, ma è voce propria de' Romani e d'altri popoli non toscani, Manicare e poetic. Manucare, voci antiche; Digrumare.
- Mangiare, dicesi anche per estens. di molte altre cose inanimate, che consumano, distruggono a poco a poco; Se i lasciæ scoverti, a pûa a se i mangia; Se li lasciate scoperti, la polvere li mangia.
- Metaf. nel giuoco della Dama e degli Scacchi dicesi dell'Impadronirsi d'un pezzo dell'avversario e toglierlo via. Pigliar l'imbeccata o l'ingoffo o il boccone: Approvecciarsi d'indebiti lucri, ollre allo stipendio, e dicesi degl'impiegati.
- — adaxo; Mangiar consolatamente, a tutt'agio.
- — addosso a ûnn-a cosa; Mangiar sopra una cosa, figurat. vale Farvi illecito guadagno.
- — a due ganasce, a quattro o a sette gansce V. Ganascia.
- — a giabba, a uffo; Mangiare a ufo, a macca, a bertolotto, ecc. V. A giabba.
- — a lamma V. Lamma. * a pasto; Mangiare a pasto: Mangiare solamente nel tempo della colazione, del desinare, della cena. – Mangiare o Fare a pasto nell'osteria o sim., vale Pagare un tanto per pasto senza conteggiare cosa per cosa.
- — a scciattapansa; Mangiare a crepapancia, a crepapelle, a crepacorpo, ecc. V. A scciattopans.
- — e beive molto; Avere il pettine e il cardo o Pettinare col pettine e col cardo, vale Mangiare e Bere assai; che anche dicesi Essere al bere infermi e al mangiar sani.
- — e beive e nō pensâ a ninte; Mangiar col corpo nel sacco o nella madia, figur. vale Vivere senza prendersi alcuna briga del mondo.
- — ciōdi, Mangiâ dell'aggio V. Cödo, Aggio.
- — con ingōrdiggia; Mangiar con ingordigia o ingordamente, e ii m. b. Pacchiare.
- — cō tortajêu; Mangiare coll'imbuto, vale Mangiar in fretta, senza masticare.
- — da due parti; Succiar da due poppe: Pelar due persone ad un tratto.
- — d'arescōso; Mangiar sotto la baviera, Boccheggiare, dicesi per ischerzo di Chi mangia di na. scosto e non vorrebbe esser veduto dai circostanti.
- — da scciûppâ V. sopra Mangiâ a scciattapansa.
- — de bōn; Ugnere il grifo oil dente: Mangjare del buono. -vV
- — de bōn appetitto; Mangiar saporitamente, Pigliar il pollo senza pestare: Esser sano e mangiare con grande appetito e di voglia.
- — de magro V. Magro.
- — de repentïo; Mangiare il pan pentito: Aver pentimento o rossor di checchessia; che anche dicesi Rod rsi o Mordersi le mani o le dita di qualche cosa.
- — de strangoggiōn V. De strangoggiōn.
- — dō sô; Mangiar del suo, Mangiar a suo costo, vale Farsi le spese da sè, Mangiare non a nfo nè a spale altrui.
- — fêua pasto; Mangiar fra pasto.
- — insemme; Convivare, Mangiar insieme, Accozzare i pentalini, antic. Far tarisca: Mettere e Mangiar in comune ciò che ciascuno ha portato, Accordarsi a far da desinare e mangiar insieme.
- — in t'ûn bōccōn V. Bōccōn.
- — l'anima a ûn V. Anima.
- — merda de siugao; Mangiar merda di galletto, dicesi a gabbo di Chi pretende indovinar le cose future.
- — ō pan a pettōn; Mangiare il pane a tradimento o di bando V. A pettōn.
- — ō vitello in ta pansa ä vacca; Mangiarsi la ricolta o il grano in erba V. Vitello.
- — pän e cottello; Mangiare il pane asciutto o il pane scusso: Non aver nulla che il pane.
- — pan e spûo; Stare a stecchetto, Viver di limatura: Viver industriosamente con ogni poco di cosa.
- — pocô; Mangiar sottilmente o poco: Esser di poco pasto.
- — sensa beive; Murare a secco.
- — û bōccōn V. Bōecōn.
- Bōn da mangiâ; Mangereccio, Mangiativo, Buono pe a mangiarsi; e dottrinalm. Esculento.
- Chi eiù mangia, meno mangia; Poco si vive chi troppo sparecchia: Dettato che c'insegna che Il troppo mangiar cagiona spesso anticipata morte.
- Chi erba mangia bestia diventa... Dicesi per ischerzo a Chi usa mangiare insalata cruda.
- Chi mangia tûtto, caga tûtto; Chi la mattina mangia il tutto, la sera canta il cucco, Chi mangia la semenza, caca il pagliajo. Modo prov. di chiaro signif.
- Chi nō mangia ha nangiôu; Chi non mangia a desco ha mangiato di fresco, dicesi di Chi non mangia a tavola del suo consueto per aver mangiato avanti.
- Con ciù ō mangia ō ven sempre ciù secco; Il mangiare mangia lui, dicesi di Colui, che, mangiando molto, invece d'ingrassare assecchisce.
- Fâ a vitta dō Michelasso, mangiâ, beive e andâ a spasso; Far la vita di Michelaccio V. Vitta.
- Fâ cōmme ō gatto ch'ō mangia e ō rangōgna V. Gatto.
- Mangia ti che mangio mi; Mangia tu, mangio io, e mangiam tutti bene mio o con desio. Dettato che si suol buttare in faccia agli amministratori venali e concordi nelle ruberie a danno degli amministrati.
- Meno s'é a töa ciù se mangia; Meno siamo a tavola e più si mangia V. Töa.
- O lô ō nō mangia de lò V. Lô.
- O mangia cōmme i porchi; Ei grùfola, dicesi di Chi mangiando fa un certo suono di bocca imile a quello che fanno i porcl.
- O mangia questa menestra ô sata questa fenestia V. Fenestra.
- O mangieiva in sciä testa a ûn tignoso; L mangierebbe sul carello, dicesi di Chi trae a qualunque piccolo guadagno.
- O nō mangia pe nō eagâ V. Cagâ.
- O se mangieiva ûn bêu co-e corne e tûtto; Mangierebbe un diavol cotto, Si papperebbe il ben di sette chiese, Darebbe ricetto ad un'in fornata di pane, Mangercbbe la fin del Credo, Non fa rosure, Egli è uno sparapane, un votamadie, dicesi d'Un gran mangione.
- O pescio grosso ō mangia ō piccin; Il pesce grosso inghiottisce il minuto o divora il piccolo: Dettato figur. che vale che Il più potente opprime il meno potente.
- Roba da mangiâ; Cibaria, Commestibili; Rob da mangiare o mangereccia.
- Mangiâse co-i êuggi ûnn-a persōnn-a, Mangiâse ûnn-a cosa co-i êuggi V. Euggio.
- — e parolle; Mangiarsi le parole, Biasciare, Smozzicar le parole: . Non profferirle distintam., ed anche Troncarne una qualche parte talmente che non sempre s'intendono.
- — ttto; Consumar l'asta e il torchio, Far repulisti, Mangiar l'erba e la paglia, Far del resto, Ridursi al verde, Rimaner sul lastrico, Essere per le fratte, Aver preso il sacco pe' pelliccii Restar sul mattonato, Dar fondo a tutto il suo patrimonio.
- s. m. Mangiare: L'atto del mangiare.
- Mangiare, Cibo, Vivanda, Alimento.
- — Convito, Desinare, Cena.
- Becchime: Pastura de' volatili domestici.
- Mangime: Voce colla quale i contadini dinotano Tutto ciò che serve di pastura al bestiame:
- O mangiâ ō l'insegna ō beive; Il mangiare insegna bere. Modo prov. figur. che significa Il bisogno insegna altrui operare.
Neighbouring lemmas: manezzâ; manezzo; manganâ; màngano; manganôu; mangiâ; mangiaenn-a (freve); mangiaeso; mangiaja; mangiapan; mangiapolenta.