vestî
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. m. Vestire, Vestimento, al plur. Vestiri, Vestimenti e Vestimenta: Tutto ciò che si usa a coprir la persona per bisogno, per decenza, per pulizia, per ornamento, compreso il cappello o sim. e le scarpe. Vestito, Abito, Veste, Quella parte del vestimento che cuopre più esteriormente la persona. La biancheria, le scarpe, il cappello non sono abiti o vesti; gli Abiti e le Vesti sono lavori del sarto, e son pure come insegna o divisa di una qualità o condizione, per es. Abito religioso, ecclesiastico, militare, ecc.
- — accomodôu; Vestito rassettato: Quello che è stato raccomodato. – Vestito rifatto, Quello che si riduce in altra forma, sì che comparisca diverso da quello che era.
- — affettôu; Vestito riciso: Vestito che si ruppe nelle pieghe.
- — ammisejôu V. sotto Vestî miscio.
- — assestôu; Vestito buono: Term. relat. e vale Quasi nuovo ed anche Il migliore che si ha.
- — astrofōggiôu; Vestito stazzonato o sgualcito: Quello che, piegato disacconciamente o portato in dosso disavvedutamente, fa di brutte grinze.
- — camuôu; Vestito intignato: Queilo che in uno o più luoghi è roso dalle tignuole.
- — chi balla indosso; Vestito agiato: Quello che è largo ed abbondante intorno alla persona.
- — chi cazze a tocchi; Abito che casca a brani, Vestito sbrandellato.
- — chi ven o chi pä dipinto; Vestito dipinto: Quello che non può stare più acconciamente, nè meglio.
- — comodo; Vestito comodo: Quello che ha la larghezza sufficiente per lasciar liberi i movimenti delle braccia e della vita.
- — de comparsa; Vestito o Abito di gala: Vestito sontuoso, di foggia più o meno diversa dell'ordinaria, e messo con maggior attillatura in occasioni straordinarie e solenni.
- — de feste; Vestito da festa o dal di delle feste: Quello migliore che alcuni usano mettere ne' dì festivi, specialm. gli artieri, i contadini, i braccianti.
- — de meza stagiōn; Abito da mezzi tempi: Quello non tanto grave, nè tanto leggiero, e che si veste appunto nelle stagioni temperate.
- — descûxïo; Vestito sdruscito o sdrucito o scucito: Quello che in qualche parte ha il cucito disfatto.
- — desmisso; Vestito smesso.
- — di êuveì; Vestito ordinario, Vestito giornaliero: Quello che si porta tutti i giorni.
- — foddrôu; Vestito foderato o soppannato: Quello, nella cui parte di dentro si cuce fodera o soppanno.
- — frûsto; Vestito rifinito: Quello che è logoro, consunto, e che per lungo uso è ridotto a non potersi più portare, ed ha bisogno di essere rinnovato.
- — imbottïo; Vestito imbottito: Quello, nel quale è posta dell'imbottitura per tener caldo; e se è imbottito con ovatta, dicesi Vestito ovattato.
- — inversôu; Vestito rivoltato.
- — largo; Vestito largo: Quello che non serra molto alla vita o alla persona.
- — liso; Vestito ragnato: Quello che per lunga portatura spera in più luoghi, cioè mostra una difettosa apparenza prodotta da un logoramento quasi fosse una ragnatela.
- — mezûôu co-a rōnca; Vestito disadatto: Quello che, per troppa larghezza o per isconvenevole forma, non istà bene in dosso, male si adatta alla persona che lo porta; detto da alcuni per ischerzo Vestito fatto in contumacia, come per dire, fatto in assenza di chi lo porta, e cui il sarto non abbia punto preso la misura.
- — miscio; Vestito misero, fatto a miseria, cioè corto e stretto.
- — nêuvo; Vestito nuovo: Quello che non fu per anco portato, o appena si comincia a portare.
- — pessôu; Vestito rappezzato o rattoppato: Quello cui furono messi pezzi o toppe.
- — sarsïo; Vestito rimendato o rammendato.
- — sencio o sensa foddra; Vestito scempio, cioè non soppannato.
- — sensa cûxitûe; Abito inconsutile, cioè senza cuciture.
- — strafaläio; Vestito sciupinato, sciupacchiato: Quello che è alquanto consumato.
- — strassôu o sguarrôu; Vestito stracciato, lacero, strappato.
- — streito; Vestito stretto, Vestito strozzato o strangolato: Quello che soverchiamente serra alla vita.
- — zittôu; Vestito giusto o giusto alla vita: Quello che, nè largo nè stretto, bene combacia alla vita.
- Allargâ ûn vestî; Slargare un vestito: Renderlo più largo per mezzo di lasciature o rimessi. Rimesso è Quella parte di roba che si lascia libera internamente nel cucire i vestiti per poterli slargare o allungare. Più precisamente dicesi Slargatura la parte lasciata a uso di slargare; e Slungatura o Allungatura, la parte a uso di slungare un vestito.
- Allunghî ûn vestî; Slungare un vestito.
- Ammacciâse ō vestî; Sfrittellarsi il vestito, vale Far sopra d'esso larghe macchie, e specialmente d'untume.
- Appuntâse ō vestî; Abbottonarsi il vestito: Unire le parti del vestito mediante i bottoni.
- Astrenze ûn vesti; Strettire un vestito.
- Despuntâse ō vestî; Sbottonarsi il vestito: Allargarselo di dosso o per troppo caldo che si ha o per cominciare a spogliarsi.
- Imbrattâse ō vestî; Inzaccherarsi, Impillaccherarsi il vestito: Imbrattarlo di zacchere o di pillacchere.
- Infiâse ō vestî; Infilarsi il vestito: Porselo indosso in fretta e senza molta rassettatura.
- Mandâ ûn vestî a stûdio; Mandare un vestito a leggere, vale Impegnarlo.
- Pessâ ûn vestî; Rattoppare o Rappezzare un vestito: Mettervi pezzi o toppe quando è guasto.
- Renûâ o Rinnovâ ûn vestî; Rinnovare un vestiio: Sostituire un vestito nuovo al vecchio che si suole smettere.
- Sarsî ûn vestî; Rimendare o Rammendare un vestito: Ricucirne le rotture, correggendone il difetto con l'artifizio dell'ago.
- Sbatte i vestî; Scamatare gli abiti: Batterli con camàto o altro per trarne la polvere.
- Scioâ ûn vestî; Sciorinare un vestito: Allargarlo e stenderlo per fargli pigliar aria.
- Spassâ ûn vest; Spazzolare o Setolare un vestito: Nettarlo colla spazzola.
- v. a. Vestire: Mettere in dosso altrui il vestimento.
- Vestire, in signif. neut. vale Portar vestimento, Aver vestimento in dosso: O veste proprio de lûsso; E' veste propriamente di lusso.
- — Metaf. dicesi anche di cose morali, intellettuali e sim.: O vestîva ō carattere de giûdiçe; Egli vestiva la persona di giudice.
- — d'àngeo ûnn-a persōnn-a V. Angeo.
- Chi veste ûn çeppo ō pä ûn vesco V. Ceppo.
- Vestîse n. p. Vestirsi: Mettersi in dosso il vestimento.
- Vestirsi, talora intendesi per Attillarsi, Poirsi vestimenta con un po' di sfarzo, come quando si va in conversazione, al teatro e simili: Mi nō ghe vaddo, perchê me tedia ō doveime vestî; Non ci vado, perchè mi dà noja quel dovermi vestire.
- — a lûtto; Vestirsi a lutto, Vestir il bruno o a bruno o di bruno, Abbrunarsi, Vestir le gramaglie, vagliono Indossar vestimento nero o d'altro colore riputato lugubre, che si porta alcun tempo per onoranza di prossimo parente morto di poco.
- — andante; Vestirsi alla piana, cioè ordinariamente, senza lusso.
- — da-e feste; Vestirsi da festa: Mettersi il miglior vestito che si abbia, cioè quello che usano portare nei giorni festivi i contadini e gli artieri. in occasione di recarsi a far visita presso qualche personaggio.
- — de nêuvo; Vestirsi di nuovo: Vestirsi con vesti nuove.
- Chi se veste da röba di atri, presto se spêuggia; Chi de' panni altrui si veste, presto si spoglia.
Voxe vexiñe: vessa; vessaziōn; vesso; veste da càmea; vestetta; vestî; vestiäio; vestimento; vestïo; vestiziōn; veterinäio.