tæra
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. f. Terra: Pianeta che si aggira periodicamente intorno al sole, e nel quale noi abitiamo.
- Terra, per Il piano o La superficie della terra, Suolo.
- — per Sostanza che forma la base di tutte le pietre, ed entra altresì nella eomposizione de' corpi organizzati.
- — per Lido, venendo dal mare.
- — per Terreno che si coltiva o è coltivabile.
- — per Solajo del luogo dove si sta, benchè talor non sia di terra.
- — per Provincia, Paese, Villaggio.
- — per Podere, Stabile.
- — catto; Terra catto, Terra giapponica: Terra che serve per tingere, ed anche per medicinali, proveniente dal Giappone, dai paesi bagnati dal Gange e particolarm. da Calcutta.
- — chêutta; Terra cotta: Quella che è cotta nella fornace, sendo stata concia avanti per questo effetto.
- — chi rende; Terreno fecondo o fruttifero o ferace o ubertoso.
- — da fâ pûgnatte; Terra da pentolaj, Creta, Argilla ed anche Terra fignla o tegulina.
- — da gran V. sotto Tæra forte.
- — de brûghëa o de brûgo o brûghinn-a; Terra di brughiera: Quella che si toglie dai vecchi ceppi dell'Erica e dai cascami delle foglie di dette piante. Buona per coltivarvi la maggior parte delle piante dette esotiche. Chiamasi anche da noi Tæra de brûgoQuella composta delle fogie di tutti i vegetali.
- — de castagna; Terra castagnina: Quella che si trae dai vecchi alberi di castagna adatta alla coltura delle camelie, delle ortensie e di molte altre piante, esclusi i cactus, le crassulacee e tutte le piante così dette grasse.
- — de pippa; Argilla da pipe, Terra da pipe. Alcuni la confondono colla Terra di Vicenza, che propriam. non è V. Gianchetto.
- — d'ōmbra; Terra d'ombra: Color naturale scuro, che serve per dipingere e per mettere nelle mestiche e imarimiture delle tele e tavole. Ci viene da Cipro, dalla Toscana e in quantità dalla nostra riviera di Levante.
- — d'orto; Terra normale: Quella che dai Franc. è detta Terre franche; ha la base eguale a quella della Terra forte, e ne affetta gli stessi differenti colori, però è più abbondante in materie animali. La migliore è quella che si rinviene nelle vecchie praterie situate in buon fondo ed al piede delle montagne; gli orti del Bisagno e della Polcevera hanno il suolo di questa natura. Essa conviene perfettamente alla coltura degli alberi ornamentali e fruttiferi, nonchè agli ortaggi.
- — ferma; Terra ferma: Quella che non è circondata dal mare, contr. d'Isola.
- — forte; Terra forte: Terra argillosa, pastosa e compatta, che contiene un miscuglio, in maggiore o minor quantità di altre terre ed avanzi animali e vegetali. Nello stato puro essa è comunem. giallastra, biancastra, aranciata e alle volte grigia; stenta ad assorbire l'acqua, ma appena ne è penetrata, la conserva molto più tempo che le terre leggiere, non essendone così speditiva l'evaporazione.
- — gherardinn-a; Ocria bruna: Terra ad uso dei pittori, proveniente da Siena. È la stessa Terra gialla (V. appresso Tæra giana) che non è stata esposta al sole, e si cava dalla stessa miniera.
- — giana; Terra gialla, Giallo di terra, Giallo di Roma, Ocra o Ocria: Terra ad uso de' pittori, proveniente dalla Francia, dalla Tosc. e da Lncca.
- — grassa; Terra grassa: Terreno argilloso, pastoso e tenace.
- — magra o tûtta prïe; Calestro: Specie di terra magra, che è poco meno che sasso schietto quale amano le viti.
- — mûagiâ; Terra murata: Paese cinto di mura.
- — neigra; Terra nera: Carbonigia macinata che serve ad uso de' pittori.
- Terra nera, dicesi anche La terra doviziosa di principii seminali, ed ottima per gli orti, onde il dettato prov.: Tæra neigra fa bōn gran, tæra gianca a fa bōn pun; Terra nera buon pan mena, terra bianca tosto stanca.
- — rōssa; Terra rossa, Ocria rossa: Terra ad uso de' pittori, proveniente dal Piemonte, dalla Toscana, dalla Svezia e dall'Inghilterra.
- — verde; Terra verde, Ocria verde: Terra ad uso de' pittori, proveniente dall'ttalia e dalla Francia.
- Anidâ a tæra ûnn-a cosa; Andar per terra una cosa, figur. vale Andar fallita, senz'effetto, a vòto.
- — in tæra o pe tæra ûnn-a cosa; Andar in terra una cosa, vale Andar in disuso, Venir meno: Sōn modde che van in tæra fito; Le son mode che vanno in terra presto.
- Tornâ, Vegnî pe tæra; Andare, Tornare, Venire per terra, vagliono Camminare per terra a distinzione del Camminare per acqua.
- A non é tæra da fâ santi; Non è terra da porci vigna, dicesi di Persona soda e da non lasciarsi indurre alle altrui voglie e concorrere negli altrui sentimenti cosi di leggieri e senza grave ragione. Dicesi altresi e più comunem. di Persona da farne poco capitale.
- Aveì puïa che manche a tæra sotto a-i pê V. Pé.
- Cazze in tæra; Andare in terra o per terra: Cadere in terra.
- Çercâ pe mâ e pe tæra; Cercare per mare e per terra, o per mare e per monti, vale Cercar per ogni dove, Far ogni possibile ricerca.
- Chinâ a tæra; Smontare o Dismontare a terra, vale Scendere in terra, accostandosi il navilio per isbarcare.
- Cô de tæra; Terreo, Interrlato, dicesi figurat. ad Uomo impallidito o squallido, quasi simile al color della terra.
- Dentro tæra; Dentro terra, diconsi da' marinaj I luoghi o paesi lontani dal marc.
- In questa tæra; Quaggiù, In questa terra, In questo mondo.
- In tæra d'orbi i guersci sōn scignori V. Guerso.
- In tempo de guæra ciù böxie che tæra V. Bōxïa.
- Lasciâ andâ a tæra ûnn-a cosa; Lasciar andare per terra checchessia, figurat. vale Lasciar correre, Non ne far caso, Farla finita.
- Lōda ō mâ e tëgnite ä tæra V. Lōdâ.
- Mette in tæra; Mettere in terra, vale Levar dal bordo del bastimento una persona o cosa, e per mezzo di lancia, schifo o canotto trasportarla in terra.
- Navegâ tæra a tæra; Navigar terra terra: Navigar vicino a terra, costeggiando la riva del mare.
- Non ëse né in çé né in tæra V. Cê.
- Nō toccâ di pé in tæra; Non toccar terra, si dice di Chi ha grande allegrezza e prova gran piacere in alcuna cosa.
- Restâ de tæra; Rimaner a piedi, figurat. vale Rimaner deluso nella speranza di ottener qualche bene che si aspettava.
- Scicut in celo che in tæra ti gh'ê; Sicntin celo et in terra, dicesi scherzevolm. Quando alcun oggetto ci scappa di mano e dà in terra, e specialm. sia vaso di cristallo, di porcellana osim. che vada in cocci.
- Stansa a cian de tæra; Stanza a terreno o Stanza terrena: Quella che è nel piano più vicino a terra.
Voxe vexiñe: tacciâ; tacco; taccōn; tacconâ; taccuin; tæra; tafanäio; taffetà; taggê; taggetta; taggetto.