peì
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. m. Pelo: Ciascuno di quei filamenti sottilissimi che germogliano e crescono sulla cute degli animali e in diverse parti del corpo umano.
- Pelo, usasi anche collettivamente per accennare Tutti i peli d'un animale: O l'ha ûn can cö peì lungo; Ha un cane col pelo lungo.
- per Capigliatura e Barba dell'ucmo: O l'é de peì rosso; È rosso di pelo.
- per Quella pelura che hanno i panni lani ed. i velluti.
- Peluria: Il pelo che rimane sulla carne degli uccelli pelati, ed anche La prima lanugine che spunta negli animali nel metter le penne o i peli.
- — de gnàcchera; Pelo di nàcchera V. Gnàcchera.
- — gattn; Ca'ugine e Caluggine, Lanugine e Lanuggine: Quei peli morb di che cominciano ad apparire ai giovani sulle guance.
- Aveì ō chêu con tanto de peì; Aver il cnore con tanto di pelo o col pelo alto sei dita, Aver il pelo sulla coscienza, figurat. vale Esser inflessibile, inesorabile, implacabile. crudele e sim.
- — ō peì secco; Aver sete. Modo scherz. e fig.
- A cavallo giastemmôu ghe lûxe ō peì V. Cuvallo.
- A vōrpe a cangia ō peì, ma i vizii mai V. Cungiâ.
- De peì rosso manco bōnn-a vitella; Rosso, mal pelo. Dettato prov. che dicesi per dispregio di Persona di capelli e di peli rossi; non è però sempre vero.
- Cerâ ō peì in te l'êuvo V. Crcâ.
- Lûxî ō peì; Rilucere il pelo, si dice dell'Essere grasso e fresco e in buono stato
- Non ëse ciù dō primmo peì; Non sser più di primo pelo, vale Essere alquanto avanzato in età, Non esser più giovine.
- Nō m'addenta can ch'ō no me meghe dō sò peì V. Can.
- Peje de parpelle; Nepitelli.
- Perde ō peì; Spelarsi: Perdere il pelo.
- Vellûo a treì peì: Velluto a tre peli V. Vellûo.
- s. m. Pera. Frutto del Pero (Pirus communis), molto buono a mangiare, per lo più di figura oblunga e che va diminuendo verso il gambo. Ve n'ha di molte e varie regioni e sorte. Io ne descriverò le spezie principali e le più note fra noi, tratte dalla Pomona italiana del
- — angelico; Pera angelica, nel Faentino Pera limona, e in vari altri luoghi Pera fico. La sua huecia è giallognola nella maturità, ma sfumata d'un rosso vinoso, che nel lato del Sole si spiega in tante macchiette rotonde punteggiate di grigio, che risaltano singolarmente e che la distinguono da tutte le altre pere conosciute. La polpa è hianca, gentile, butirrosa insieme e croccante e piena di un sugo abbondante e saporito che la rende graziosa e la fa gareggiare colle pere più squisite. Comincia a maturare sul finir di settembre, continna tutto l'ottobre, e qualche volta ancora alla me: à di novembre.
- — brûtt'e bōn; Pera bugiarda: Una delle migliori pere estive del elima italiano. Ha la buccia verdastra ma d'un verde sudicio, che va diventando più scuro in proporzione che s'avvicina alla maturità. La polpa è giallognola, composta d'una pasta morbida e fina e piena d'un sngo dolcissimo. che si scioglie in boeca e il cui sapore ha più zuccherino di qualunque pera di estate, e non la cede in ciò che alla Pera angelica. È molto soggetta ad ammezzire e non resiste molto ai trasporti. I Lombardi la dicono Pera gnocca, i Romani P. brutt'e buona, e i Napoletani P. mal vestita. Non si conosce in Piemonte.
- — bûrré; Pera butirra o Butirra estiva, in Fir. Pera burrona: La regina delle pere, che coltivasi a preferenza d'ogni altra in tutta l'Europa. Ha la buccia verde-grigia sino a che è acerba, diventa giallognola nel maturare, ma d'un giallo canarino assai grazioso, che si carica un poco nella massima maturità, e che è rotto sovente da un numero indeterminato di macchie rugginee più o meno grandi, più o meno brune, secondo i diversi individui. La sua polpa è un vero butirro: bianca delicata e gentile, essa si scioglie in bocca in una pasta morbidissima mista ad un sugo abbondante e grazioso, che vince anche in sapore quello di qualunque altra pera. Non anneblia mai; matura sulla pianta, ma si perfeziona meglio nella disp nsa e vi sviluppa più sugo. Avvi anche La pera butirra grigia o Butirra d'autunno o Butirra invernale. Ha la buccia grezza, verde-scura quando si coglie, e d'un verde misto al rosso e al bruno nella maturità. La sua polpa è d'un bianco verdognolo, finissima, liquescente e ripiena d'un sugo grazioso, sebbene aciduto; si coglie in settembre e matura nella dispensa.
- — camōggin; Pera perla, nel Lucchese Pera camoglina. Sorta di pera delle razze più preziose che si coltivino nel suolo italiano. Il frutto è di una grossezza mezzana e fatto a zucchetta, ovale alla base, con collo un poco allungato e conformto con regolarità e con grazia. La buccia, che è liscia e come lucente, ha il fondo d'un color canarino chiaro, rilevato talvolta da una sfumatura di rosso leggero, che si sviluppa dalla parte del sole quando vi è ben esposto. La polpa è bianca, più croccante che morbida, ma gentile, sugosa e d'un gusto dolce e gagliardo. Matura sul principio di luglio e succede immediatamente alle Pere moscate e alle Pere bianchette.
- — da inverno; Pera vernina. Nome generico delle Pere che maturano in inverno. La più conosciuta tra noi è la Pera san-germana o Pera spadona vernina. Ha la buccia d'un verde grigio, interrotto da diverse macchie rugginee, più o meno dense, e sempre più cariche verso la corona e presso il picciuolo, che nel corpo del frutto. Si conserva in questo stato tutto il mese di novembre, mese in cui si comincia a mangiarne delle mature; esse sono nella loro perfezione in dicembre e gennajo. e se ne mangiano delle buone ancora al febbrajo. Quando è matura, la buccia si rischiara e volge al giallo; la polpa si intenerisce e diventa morbida e liquescente, sicchè nel mangiarsi si scioglie in un sugo acidulo, ma grazioso, che punge il palato senz'offenderlo, e che vi lascia una sensazione piacevolissima.
- — dō Dûcca; Pera del Duca e in Tosc. Pera centodoppie. Ha la buccia rozza, aspra al tatto e coperta d'un verdastro tigrato di bruno. Nell'avvicinarsi alla maturità il verde si cangia in giallo e il bruno si schiarisce e prende un impasto di rossiccio scuro, che lo assomiglia alla ruggine. La polpa è bianca, aspra sino a mezza maturità, croccante e gentile nella maturità completa, senza acido, e ricca d'un sugo abbondante. Difficilmente riesce ad acquistare questo punto di perfezione; per lo più s'avvizza senza maturare e resta dura e aspra, o ammezza, e diventa dolciastra e nauseosa.
- — gianchetto; Pera bianchetta: Sorta di pera, piccola, tondeggiante alla corona, poi rilevata regolarmente e degradante con grazia in un collo allungato, in cui è impiantato il picciuolo. La buccia è liscia e d'un color bianco-giallognolo; la polpa è croccante, d'una filira grossolana e mediocremente gustosa. Matura in giugno e dura sino ai primi di luglio.
- — limonin; Pera virgolata: Sorta di pera campaniforme, la cui buccia è liscia, verdastra quando si coglie, e si cangia nel maturare in un giallo citrino generale e senza velatura vernna; la po'pa è bianca, fina, gentile, butirrosa e piena di un sugo acidulo, ma grazioso che la rende gratissima. Si coglie sul principio di ottobre, e tiensi a maturare nella dispensa sino al gennajo.
- — martin; Pera martin-secco: ina delle poche varietà di pere che possano figurare egualmente tra la frutta da coltello e fra qella da composta. La sua buccia è grezza, coperta d'un rosso impastato d'un ruggineo chiaro che lo rende p ù o meno opaco in proporzione che vi domina. La polpa è bianca quando si apre, ma cangia di tinta al contatto dell'aria, e prende un livido opaco che la rende come sudicia. È croccante, granellosa e un poco aspra, ma sugosa e saporita. Sbucciata e messa a cuocere con un pco di acqua e di vino, diventa rossa come la buccia, e prende una morbidezza particolare, ed il suo sugo condensato coll'umido che vi si unisce forma un siroppo rossiccio e dolce che lo rende come giulebbato. Matura nell'inverno.
- — pasciàn; Pera spina o spinosa, e in Lomb. Pera spina-carpi: Sorta di pera assai grossa, molto pregiata nel Genovesato, e delle migliori fra le pere vernine. È depressa sulla corona, decrescente verso il peduncolo, e si può dire fatta a campana, ma con la superficie irregolare. La buccia, aspra al tatto, verdastra quando si coglie, e qualche volta velata da un lato, si tinge nella maturità d'un giallo sparuto. La polpa non ha la morbidezza delle Pere burrone (bûrré), nè il croccante delle Pere campane (sûccotte), ma è dolce, dilicata e senza la minima apparenza d'acido. Il tempo della sua raccolta si può stabilire fra il finir di settembre e il cominciar d'ottobre. È di molta durata.
- — reâ; Pera reale: Una delle migliori fra le pere estive dell'Italia. È d'una grossezza mezzana, ovata dalla parte della corona, più grossa nel centro e degradante verso il picciuolo La buccia, a prncipio verdastra, si colorisce nella massima maturità d'un giallo sparuto, che è coperto da un lato da una sfumatura di rosso leggero e punteggiato da una quantità di macchiette giallocineree, circondate da una areola rossa, che le dànno della somiglianza colla Pera angelica. La polpa è bianchissima e d'un tessuto croccante che si frange sotto i denti come il ghiaccio e che sviluppa nel rompersi un sugo abbondante e fresco, che non è seuza sapore, ma che manca di rilievo. Matura sul principio di luglio; non regge a trasporti, perchè ammezza facilmente. È una delle migliori pere a mangiarsi colta di fresco, ed una delle più belle per ornar le tavole.
- — spadōn; Pera spadona. Varietà di pera estiva che dura sino all'autonno. È di figura oblunga, ovale alla corona, noi rilevata e tinita in segu: to da un collo graduato che s'attacca ad un picciuolo mediocre. La buccia è verde anche nella maturità; ma se è in luogo aprico si vela dal lato del sole d'una macchiia di rosso roseo, che le dà del risalto. La sua p lpa è bianca, d'una grana finissima, gentile e liquescente. Il sugo, in cui si scioglie, è piacevole senz'essere rilevato, e non ha acidità, come non ha aromato. Nei paesi vicini al mare si stacca sul finir della state e matura nella dispensa, ove si conserva tutto il mese d'agosto e talora anche in settembre; alla montagna essa ritarda la sua maturazione, e dura fino all'ottobre.
- — sûccotto; Pera campana e a Bologna Pera battocchia: Sorta di pera molto grossa ne' paesi meridionali e un poco meno nei paesi freddi. La sua buccia, sempre liscia e giallognola, è interrotta sovente da una grande macchia di rosso, che ne' luoghi aprichi viene vivissimo e che ne cuopre qualche volta quasi la metà. La polpa è croccante, d'una fibra grossolana, ma gustosa, e che abbonda nella maturità d'un sugo saporitissimo. Non matura che al declinare della state. È frutto di serbo, dura molto nel magazzino e regge ai trasporti.
- Bōnn-e parolle e peje (o meje) nisse nō rōmpan a testa a nisciûn V. Meì.
Voxe vexiñe: pegâ; pëgoa; pegoâ; pegoëtta; pegoinn-a (ä); peì; peì çervin; peja; peigo; peigolëa; peigōllo.