oëgia
Vivagna: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- s. f. Orecchia, Orecchio: Organo dell'udito collocato in ciascun lato della testa. Si divide in esterno ed interno. L'orecchio esterno dicesi anche Padiglione, e termina inferiormente nel Lobo (Pëxin V. sotto); l'orecchio interno è quella parte dell'orecchio che consta del Meato uditorio (Pertûzo dell'oëgia), della cavità del timpano e del laberinto, il quale ultimo solamente è da alcuni chiaiato Orecchio interno. Orecchio, per similit. si dice alla Parte prominente di molte cose, p r le quali s'impugnano, si appendono, s'infilzano, ecc.
- — d'aze; Orecchio d'aino V. Aze.
- Oëge de crava; Petracciuola, Piantaggine. T. bot. Plantago major. Pianta comunissima che fa nei luoghi erbosi, e il cui stelo produce una spiga copiosa di piccoli semi; fiorisce in maggio.
- — dell'àncoa; Orecchie dell'àncora. T. mar. Sono Le parti più larghe delle marre dell'àncora, ed ogni marra ha due orecchie.
- — d'ōrso; Orecchie d'orso. T. bot. Primula alpina. Pianta alpina che coltivasi ne' giardini all'ombra come la primavera (fiore) per la bellezza e varietà dei fiori, i quali compariscono in febbrajo e marzo.
- — di pesci; Branchie: Aperture branchiali vicine al capo, che nei pesci sono organi della respirazione.
- — dō sacco; Pellicini: Quei quattro, come quasi orecchi d'asino, che si lasciano o cuciono nell'estremità dei canti delle balle, due da ogni parte, affin ch'elle si possano meglio pigliare o più agevolmente maneggiae.
- Affiâ i oëge; Appuntar gli oreechi V. Affiâ.
- Aveî l'oëgia marsa; Aver indizio, fumo, sentore: Aver avviso di qualche cosa quasi di nascosto o non ben certo.
- — bōn oëgio; Aver gli orecchi armonici, Aver buon orecchio; e cosi il suo contr. Aver orecchi disarmonici, Aver poco orecchio.
- — l'oëgia finn-a; Esser d'acuto sentire, antic. Esser sentacchio o sentacchioso.
- Cantâ d'oëgio; Cantare a orecchio V. Cantâ.
- Ciccioâ in ti oëge; Sufolare, Zufolare o Soffiar negli orecchi V. Cccioâ.
- Descciöde o Destappâ i oëge a ûnn-a persōnn-a V. Descciöde.
- Dî ûnn-a cosa in te l'oëgia; Dire una cosa all'orecchio o all'orecchie o negli orecchi, vale Dirla sottovoce, accostando la bocca all'oreechio di colui a cui si parla; e figur. Dirla in segreto.
- Ëse dûo d'oëgia; Aver le campane grosse o ingrossate, Aver male campane: Essere alquanto sordo.
- Fâ oëge da mercante; Far orecchi da mercante: Far le viste di non intendere.
- Mette ûnn-a prûxa in ti oëge; Mettere una pulce nell'orechio: Mettere in a pprensione o sospetto per cosa che si dica o s'ascolti.
- O pesso ciù grosso ō l'é ûnn'aëgia; Il pezzo più grosso ha da essere un orecchio, si dice comunem. per modo di fiera minaccia ed iperbolica, quasi inferendo che si vuol trucidare un tale e farne come polpette.
- Pertûzo detl'oëgia; Tromba o Meato uditorio.
- Pëxin dell'oëgia; Lobo o Lobulo: La parte inferiore esterna delle orecchie, che alle bambine si suol perforare per introdurvi orecchini e sim.
- Porcaja di oëge; Cerume.
- Scigoâ i oëge; Cornare o Fischiare gli orecchi, dicesi del Sentirsi dentro alcun sufolamento o fischio; e si suol dire per baja, che ciò avviene quando altri dice male di quel tale.
- Tiâ i oëge a ûnn-a persōnn-a; Trar gli orecchi ad uno, vale Trarglieli per castigo o per ricordo.
- Tiata d'oëge; Orecchiata, e nell'uso tosc. Orecchiagnolo: Tirata d'orecchi.
- Vegnî a-i oëge; Giungere, Venire o Pervenire agli orecchi o all'orecchie, vale Sentir dire.
Voxe vexiñe: odiôu; ödô; ödoâ; odorin; oëgê; oëgia; oëginn-a (tiâ l'); oëginn-e de scarpe; oëgiōn (stâ in); oënn-a; oëta.