sò
Fonte: Diçionäio zeneise-italian «Giovanni Casaccia» 2ª ed. (1876)
- Suo, al plur. Suoi, e poetic. Suo' e Sui; nel femm. Sua, al plur. Sue: Aggett. possess. relativo alla terza pers. del sing., e che da noi si usa indeclinabile in ambedue i generi e numeri: Sò fræ, Sò sêu, sò fræ, E sò sêu: Suo fratello, Sua sorella, I suoi fratelli, Le sue sorelle.
- Quando il nome a cui si riferisce è di num. plur. si adopera comunem. Loro, benchè trovisi anche usato Suo quando però si riferisce a cose ch'esse stesse fanno l'azione: Tûtti i öxelli àmman ō sò nïo; Tutti gli uccelli amano il loro o il suo nido.
- Suo: Detto assolutam. e preceduto dall'artic., è sost. neut. e vale Il suo avere, La sua roba e sim.: O spendeiva dō sò; Egli spendeva del suo. Nel num. del più vale I suoi parenti o amici o in altra maniera attenenti. Se nō ëa pe-i sô, a quest'ôa ō saeiva lesto; Se non era pe' suoi, egli a quest'ora sarebbe fritto.
- Aveì dō sò; Aver del fatto suo, vale Aver poderi o tenute.
- Dâ dō sò; Dar il suo o del suo: Dar le cose proprie, appartenenti a chi le dà.
- Dō sò ognûn pêu fâne quello ch'ō vêu; Ognun può far della sua pasta gnocchi. Dcttato prov. denotante che Ad ognuno è permesso di far del suo quel che gli piace.
- Ëse dä sò; Esser dal suo o dalla sua, cioè in sno favore.
- Fâne de sò; Farne delle sue o Farne qualcheduna delle sue, significa Operare con poca avvedutezza e senza prudenza, sottintendendosi scioccherie, imprudenze, scappatelle e sim., cioè Far delle sue solite scioccherie, ecc.
- Fâse sò ûnn-a cosa; Far suo checchessia, vale Appropriarselo.
- Stâ in sciä sò; Star in sulle sue: Star sostenuto, Non comunicar facilmente con altri.
- Ttti vêuan dî a sò; Tutti voglion dire la sua, cioè il suo parere, la sua opinione.
Voci vicine: sminûzzâ; smōntâ; smorfia; smorto; snervâse; sò; sô; soâ; soirê; soavitæ; sobrietæ.